Francesco Mori è una delle tantissime testimonianze silenziose dell’ orrore della guerra.Era nato il ventotto novembre millenovecentoundici a Piubega in provincia di Mantova.
Orfano fin da bambino del papà Angelo ,visse insieme alla sorella Maria e alla mamma Elvira Tedoldi.
In seguito al matrimonio della sorella con Aldo Pedrazzoli di Castiglione delle Stiviere, la famiglia si trasferì a Goito presso le corti Canova Cavriani e Cà Bosco dove essi lavoravano quali contadini per conto dei proprietari terrieri Angelini.
Francesco si sposò con Niebes Maddalena Gualazzi ed ebbe due figli: Maria ed Enzo.
La sua esperienza come militare è documentata.Grazie a ricerche archivistiche si può vedere dal foglio matricolare a lui intestato,che il suo numero era il 20590. “Era alto un metro e settantatre, torace di novantatre centimetri, capelli neri,occhi castani, naso retto, mento giusto, Forma fisica: dieci. Legge e scrive, ha conseguito la licenza di quinta elementare, e di professione fa il contadino”.
Dopo aver prestato il regolare servizio militare nel 1931, fu richiamato alle armi “Per mobilitazione” dal settembre 1935 al giugno 1936 nel 18° Reggimento Bersaglieri.Con l’entrata in guerra dell’ Italia nel maggio 1940, le circostanze tragiche vollero che Francesco fosse richiamato nuovamente dallo Stato Maggiore dell’ Esercito per partecipare alla Seconda Guerra Mondiale il 21 novembre 1941 con destinazione Bolzano, 7° Reggimento Bersaglieri. Trasferito poi a Littoria (l’ attuale Latina) a fine marzo 1942. La guerra contro la Grecia* e i successivi trattati di delimitazione territoriale** portarono le truppe italiane in diverse zone elleniche. Francesco Mori giunse in questi territori in stato di guerra il 17 gennaio 1943. In forza al II° Battaglione, IV° Gruppo del 7° Bersaglieri nella zona dell’isola di Eubea*** nel Mar Egeo.
L’ Armistizio dell’ 8 settembre 1943 mutò radicalmente la situazione. Gli alleati tedeschi divennero nemici. Il Reggimento faceva parte della Brigata meccanizzata Pinerolo che sostenne violenti scontri con i nazisti fino al venti settembre. Sull’ isola di Eubea si trovavano seimila soldati e duecento ufficiali.
Un quinto di loro riuscì a sfuggire alla prigionia , ritirandosi sulle montagne con i gruppi partigiani, mentre quattromila militari italiani vennero trasferiti in continente.Da quelle fatidiche giornate di lui non si seppe più
nulla.Alcune testimonianze dell’ epoca da parte di alcuni commilitoni ricordavano “di averlo visto l’ultima volta su una nave ”. A tale proposito bisogna ricordare che nell’autunno del 1943, dopo l’Armistizio e la resa delle truppe italiane in Grecia, i tedeschi iniziarono a trasferire, con lo scopo di deportarli in campi di concentramento,decine di migliaia di prigionieri italiani via mare. Questi trasferimenti vennero spesso effettuati usando “carrette del mare”, stipando i prigionieri oltre ogni limite consentito e senza nessuna norma di sicurezza. Diverse navi affondarono a causa dell’attacco degli Alleati o in seguito ad incidenti, con la conseguente morte di migliaia di prigionieri.
Comunque sia andata, purtroppo la sorte di Francesco è stata in ogni caso tragica. Un tributo di sangue, come quello di migliaia di suoi compagni, versato sull’ altare della follia.il 28 maggio 1947 il Distretto Militare di Mantova redasse il verbale di irreperibilità nel quale Francesco Mori venne dichiarato ufficialmente disperso , mentre il 15 settembre 1998 un atto ufficiale dellla Presidenza del Consiglio dei Ministri dichiarò” Che egli doveva ritenersi perito per eventi bellici l’8 settembre 1943 sull’ isola Eubea in Grecia ”.
Affranti dal dolore lo aspettarono per anni con speranza la moglie Niebes , i piccoli Maria ed Enzo e tutti i suoi cari. Lo scandire del tempo non ha cancellato il ricordo che essi avevano mantenuto nel cuore. Dopo la scomparsa di Niebes nel 1991 e di Enzo nel 1998 rimane Maria che vive a Torino con la sua famiglia. Per lei , forse, potranno essere almeno di consolazione le parole del Ministero della Difesa : ” Vi sia di conforto sapere che mai potrà venire meno la riconoscenza e la doverosa ammirazione verso Chi, come il bersagliere Francesco Mori, ha donato la vita per la Patria”.
*La campagna italiana di Grecia fu una campagna militare della seconda guerra mondiale condotta dal Regio Esercito italiano dopo l’attacco al regno di Grecia.Ebbe inizio il 28 ottobre 1940, quando le truppe del Regio Esercito italiano, partendo dalle proprie basi albanesi, entrarono in territorio ellenico. Le forze greche riuscirono a contenere l’offensiva iniziale italiana e successivamente anche a contrattaccare. La guerra di posizione in montagna si trascinò fino all’aprile 1941, quando i tedeschi, con una blitzkrieg, invasero la Jugoslavia e la Grecia, costringendole in poco tempo alla capitolazione.
** Con la firma della resa e la successiva conquista dell’isola di Creta, il paese ellenico venne suddiviso tra le forze italiane, tedesche e bulgare: la Germania occupò militarmente la Macedonia centrale e orientale con l’importante porto di Salonicco, la capitale Atene, le isole dell’Egeo Settentrionale e parte dell’isola di Creta.
la Bulgaria ottenne la Tracia.
l’Italia, che era già presente nell’Egeo con i possedimenti del Dodecaneso, ottenne il controllo della quasi totalità della Grecia continentale, oltre alle isole Ionie, con di Corfù, Zante e Cefalonia, alle Cicladi e alle Sporadi Meridionali, con Samo, Furni e Icaria e alla parte orientale di Creta.
Ad Atene venne instaurato un governo militare greco, sottoposto al controllo della Germania e dell’Italia, con alla guida il Generale Georgios Tsolakoglu.
*** Eubèa o Èvia (in greco Εὔβοια), chiamata dai veneziani Negroponte, è un’isola (3.658 km², 218.032 ab.) della Grecia, situata nel Mare Egeo, adiacente a parte della costa sud-orientale della penisola, con capoluogo Calcide, dove l’isola dista dalla terraferma solo 40 m.
In prevalenza montuosa, la regione presenta piccole pianure fertili adibite alla coltivazione di olivi, viti, cereali, frutta. Sono presenti cave di marmo cipollino, miniere di lignite e magnesite.
Famosa un tempo per i suoi numerosi buoi (da cui origina il nome), oggi il suo allevamento si concentra quasi esclusivamente sugli ovini.
Marco Dallabella
Fonti e ringraziamenti
Wikipedia
Archivi di Stato di Mantova e Verona
Ministero della Difesa
Blog “ alberiepaesaggigoitesi. Altervista.org “di Marco Dallabella