PREMESSA

Per la stesura di questa breve storia sulla musica a Goito in tempi lontani, mi sono affidato ai ricordi orali e fotografici dei signori Anacleto Bianchi, Rinaldo Pozzi, Mario Martelli, Pino Margonari, Bruno Ferrari, Ermanno Bertani. In questo testo verranno citati quasi esclusivamente musicisti di tanto tempo fa che poi, tranne in alcuni casi, non avremo occasione di riportare in schede personali.

 

 

UN TUFFO NEL PASSATO

Per cominciare la nostra storia possiamo partire una foto della metà degli anni ’30 che ritrae un complessino in cui si possono riconoscere al centro il violinista cerlonghese Campovecchi e il goitese Remo Bertani alla fisarmonica semitonale. Fin dagli anni ’30 è certa la presenza in paese di una banda musicale. Non è possibile risalire con certezza nè ai componenti né al repertorio musicale, ma tutto ruota intorno alla figura del maestro di musica Zampriolo, il catalizzatore dell’insieme musicale. La banda era presente oltre che nei momenti di festa cittadini anche in occasioni particolari, quali per esempio funerali di personaggi di spicco locali. L’attivita’ bandistica è notevole anche nel secondo dopoguerra, ancora con la presenza del maestro Zampriolo; alcuni musicisti attivi al suo interno sono Angelo Fenzi al trombone, “giuanèla” Tommasi alla tromba, Isidoro Michelini ai piatti e Gigi Vaccari al trombone; quest’ultimo durante il conflitto aveva fatto parte del contingente italiano in Grecia ed era componente della banda militare insieme, tra gli altri al poi famoso Pasi del gruppo di “liscio” Castellina-Pasi. In quel periodo molti musicisti goitesi dilettanti cominciano la loro attività in feste o festine di ogni genere, in particolare durante la guerra in incontri spesso interrotti bruscamente dai bombardamenti. Naturalmente è con la fine delle ostilità che si assiste di frequente alla riunione di questi appassionati. Il teatro di queste esibizioni può essere la semplice osteria dove il gruppo o il cantante intonano i brani non di rado seduti attorno ad un tavolo imbandito; le alternative consistono nelle numerose sagre campagnole o feste paesane che si svolgono in tutto il territorio.
Nascono anche i festivals dell’Unità anche fuori dal centro come ad esempio a Villabona, corte Pasqua, Maioli o alle Case Popolari; balere occasionali vengono poi ricavate anche da vecchi magazzini dismessi. Nel centro di Goito si balla nel cortile dell’ex ASL e al Gatto Nero, una balera all’aperto sorta nell’immediato dopoguerra che si trovava in corrispondenza dell’attuale Via Dugoni all’ingresso di Strada Pedagno. Gli strumenti maggiormente usati da questi appassionati sono il violino e la fisarmonica. Luigi Cavrioli, il sarto Bonora, Pierino e “machina” Maestri, Ballarini, Ivo Bertolini, Pettinati, Coppiardi, Pinfari erano tra i più conosciuti. Altri come Bruno Martelli, Mario Montagnoli e Luigi Beltrami si dilettavano con l’armonica a bocca, oppure Sergio Federici alla tromba e Francesco Vincenzi al clarinetto, Alessandro “Gigi” Dalla Vecchia e Luigi Fogliata al contrabbasso.
Un interprete vocale ancora oggi ricordato fu Schiavo il cui cavallo di battaglia era “La carta moschicida”.
Di rilievo alla fine degli anni ’40 la presenza sulla scena musicale goitese degli Ayres, composti da Mario Martelli alle maracas, Arrigo Bissoli alla batteria, Donagemma alla chitarra, Gandellini al contrabbasso, e Luciano “tupel” Federici voce. Quest’ ultimo ricordato come vero istrione e animale da palcoscenico fonderà negli anni seguenti il gruppo “Stoipel e Tupel”. Un appassionato dedito al canto in ambito lirico fu Vittorio Guastalla.
Con gli anni ’50 nacquero i locali da ballo al coperto. Tra queste la prima fu La Conchiglia Azzurra dotata anche di giardino estivo era posta in fianco al Ristorante al Bersagliere; fu seguita qualche anno dopo dal Dancing Belgiardino, sorto nell’ omonima zona. Entrambi questi locali furono teatro di molti concerti di musicisti famosi – Claudio Villa, Gorni Kramer, Luciano Tajoli, Nila Orsani tra gli altri – e spazio per varie orchestre di valore tra cui i Caravan del percussionista goitese Carlo Fini.
Negli anni tra il 1966 e il 1968 è da ricordare l’esperienza del gruppo beat “The Rollers”, formato da Armando “jack” Zecchillo alla voce, Sergio Scardocci alla chitarra solista, Maurizio Zago alla chitarra ritmica, Marco Gerola al basso, e Ciro “pincù” Cortellazzi alla batteria. Altri musicisti attivi in questi ambiti, anche se soprattutto negli anni ’70, sono Alberto Adami al basso e Franco Bertolini alla batteria. Il declino e la chiusura dei locali da ballo arrivano attorno la fine degli anni ’60, proprio quando da poco (è il 1967) con il Maestro Renzo Leasi è risorta la Banda di Goito. Ma questa è un’altra storia.

 

Marco Dallabella