“Questo libro non rappresenta la fine di un percorso, ma piuttosto una tappa…nel mio caso la prima media…” ;
Inizia così “Tre anni bellissimi”, libro scaturito dalla penna della giovane scrittrice Goitese, Serena Cauzzi (in arte SERE94).
Serena nasce il 04/05/94 a Mantova ed attualmente frequenta l’ultimo anno delle Magistrali a Mantova con indirizzo della formazione.
Il suo approccio con la scrittura avviene gradatamente, quasi timidamente, nel corso del secondo anno alla scuola media, scrivendo per se stessa piccoli racconti brevi su situazioni vissute in prima persona.
Con l’incedere del tempo, però, i racconti si moltiplicano come piccoli affluenti che generano un fiume più grande ed ecco quindi nascere il sogno: un libro.
“Quando si ha un sogno bisogna lottare…semplicemente lottare…senza guardare in faccia a nessuno”, scrive l’autrice nell’incipit del libro e, seguendo questa corrente, con pazienza e tenacia, il sogno si realizza.
Abbiamo voluto incontrare Serena un tiepido pomeriggio di metà Febbraio e, sin dalla prime battute di quest’intervista, la giovane autrice ci chiarisce che questo è un libro da lei fortemente voluto e che il contenuto in esso riportato è “l’immagine di come sono veramente, di chi sono, dei momenti che ho vissuto”.
In effetti questo è “Tre anni bellissimi”, un racconto degli anni passati, presso le scuole medie, dove vengono raccontate, tramite una scrittura fluida e coinvolgente, le amicizie, i rapporti con i professori, le gite, le sensazioni, le gioie ed i dolori da lei vissuti.
“Scrivo perché ho qualcosa dentro che vuole uscire, che deve uscire..”, ci confessa Serena, “scrivere è come fermare un momento, renderlo eterno, sapendo che è lì impresso sulla carta dove nessuno può cancellarlo”.
Non si nasconde dunque la giovane scrittrice e propone al pubblico un assaggio di vita vissuta dove le emozioni escono dalla carta per coinvolgere il lettore e guidarlo in un viaggio in se stessa, senza mai scadere nell’ovvio e nella noia, ma piuttosto rendendolo partecipe come uno spettatore in platea.
La narrazione scivola agile, sorretta da una scrittura dalla ritmica incalzante e avvolgente, da un linguaggio fresco e diretto, mai ripetitivo, che prende per mano il lettore e non lo lascia sino all’ultima pagina.
Ed ecco allora che ci troviamo fra le mani un piccolo spaccato di vita da cui farci sedurre, di cui leggerne le righe e tra le righe, per capire ed apprezzare, per comprendere e criticare e, perché no, anche per emozionare e a tratti commuovere.
Presentiamo quindi con soddisfazione l’opera prima di questa giovane scrittrice che, siamo convinti, non resterà fine a stessa.
“Non sopporto i cambiamenti, le situazioni che mutano, in una vita che prima tutto dà e poi tutto toglie” ci confida Serena, ma noi siamo certi che, in un futuro neanche troppo lontano, lei sarà sempre lì con una penna in mano a raccontarci nuove esperienze, a regalarci altre emozioni ed a insegnarci, almeno un po’, a credere nei sogni.
Marzio Scardocci