Una delle più antiche testimonianze architettoniche goitesi è la Torre civica, che si affaccia su Piazza Gramsci all’angolo tra Via XXVI Aprile e Via Maggio 1915.
E’ tozza, a base quadrata, con l’altezza di m. 22,40 ed i lati di m.8,00 ciascuno; è stata realizzata in muratura di mattoni pieni, di spessore decrescente verso l’alto ed è composta di quattro piani, tutti accessibili e collegati da una scala in acciaio e lamiera “stirata”. I primi tre hanno impalcatura in legno, mentre il quarto appoggia su una volta in muratura a crociera; le quote dei vari livelli sono m. +5.15, +10.07, +13.02, +17.97 riferite al marciapiede.

La torre civica di Goito in una foto attuale.

Nel restauro effettuato negli anni 1980-82 sono state scrostate le mura interne, abbattuti e rifatti i vecchi solai in legno, compresa la scala, perché ammalorati, e sono stati posati i pavimenti in cotto sui nuovi impalcati.
Recentemente nel 1990 è stata rifatta la copertura della Torre con riutilizzo dei coppi integri, sostituzione delle parti di assito e dei travetti ammalorati, infine sono stati sostituiti i vecchi portali con altri nuovi in legno.

Anticamente sul lato esterno era posizionata una meridiana, sostituita successivamente da un orologio a doppio quadrante; è dotato di due campane che ancora scandiscono le ore.

L’origine della Torre risale al periodo della storia più antica di Goito, al periodo alto medioevale, di cui ne sono testimonianza le tracce romaniche riscontrabili nella parte più bassa; pur essendo vicinissima alle antiche mura di cinta, ora scomparse, che racchiudevano tutto il “borgo”, essa era originariamente un corpo architettonico a sé stante, una testimonianza della vita politica e civile del nostro travagliato Medioevo.

Un documento del 863 D.C. accenna alla Torre di Goito, crollata prima del 1200; i Bonacolsi la riedificarono con mattoni, utilizzandola come carcere, corpo do guardia e per segnalazioni. Nel 1464 fu istallato il “segnaore” pubblico, artefice dello strumento fu Bartolomeo Manfredi.

La parte bassa della torre possiede, infatti, una tessitura di mattoni diversa da quella dell’ultimo piano, ed il penultimo termina con una volta a crociera in muratura, tipica dell’architettura romanica.

La presenza sui lati esterni dei gocciolatoi, in corrispondenza dell’ultimo piano, starebbe a provare che la Torre terminava a terrazza.

Caratterizzano l’ultimo piano le bifore sui quattro lati, a sostegno di archi a tutto sesto, e le colonne in stile dorico, sostenenti gli archi; esse sono una visibile testimonianza dell’innalzamento della torre effettuato nel Quattrocento (intorno al 1460), quando il marchese Ludovico II Gonzaga fece eseguire importanti interventi architettonici ed idraulici a Goito (Castello, Torre, scavo del Naviglio).

Probabilmente nel secolo successivo la Torre venne dotata di due campane, denominate “Francesca” e “Guglielmo”, in onore dell’allora duca Guglielmo Gonzaga.