*QUESTA INIZIATIVA PUÒ SEMBRARE ORMAI DATATA VISTI GLI ANNI ORMAI TRASCORSI, MA DAL MIO PUNTO DI VISTA CIÒ NON È CONDIVISIBILE. INFATTI È PROPRIO DI QUESTI GIORNI IL RIPETERSI DI TALE INIZIATIVA IN TUTTA ITALIA. IN PARTICOLARE LEGAMBIENTE HA PUNTATO SUL COINVOLGIMENTO DELLE SCUOLE. NIENTE MOTORINI, NIENTE AUTOMOBILI, NIENTE PASSAGGI DAI GENITORI DEGLI AMICI. A SCUOLA PER QUESTA INIZIATIVA DI MAL’ARIA CHE HA DATO IL VIA ALL’INVERNO DI PROTESTA CONTRO LO SMOG, I RAGAZZI DELLE CITTÀ CI SONO ANDATI TUTTI A PIEDI. O MEGLIO HANNO PRESO IL PEDIBUS: UN CONVOGLIO IDEALE CHE, GUIDATO DAI VOLONTARI DI LEGAMBIENTE HA, CON TANTO DI “FERMATE” PER RACCOGLIERE I PASSEGGERI, ACCOMPAGNATO GLI STUDENTI A DESTINAZIONE USANDO IL MEZZO PIÙ ECOLOGICO PER ECCELLENZA: I PIEDI. IN NUMEROSI CENTRI IL SINDACO È STATO L’AUTISTA D’ECCEZIONE PER ALCUNE CLASSI. L’OBIETTIVO DELL’INIZIATIVA, PERFETTAMENTE RIUSCITO ERA PUNTATO SULLE ALTERNATIVE DA PRATICARE PER RIDURRE IL TRAFFICO (6 BAMBINI SU DIECI HANNO LA SCUOLA A 15 MINUTI DI CAMMINO DA CASA, SOLO 1 SU 4 CI VA A PIEDI). CREARE UN RAPPORTO TRA ISTITUZIONI, GENITORI, INSEGNANTI, STUDENTI INSIEME PER RIDISEGNARE INSIEME ABITUDINI SOSTENIBILI. PER QUESTO CI VUOLE LA CONDIVISIONE E LA PARTECIPAZIONE DEGLI ATTORI FONDAMENTALI DI QUESTO PROCESSO DI CAMBIAMENTO E CIOÈ I CITTADINI, ANCHE E SOPRATTUTTO A GOITO.

GOITO 10-2 2004 MARCO DALLABELLA

 

 

Nella primavera 1999 anche a Goito si è svolta l’iniziativa denominata operazione Mal’aria. Essa prevedeva la fornitura di un apposito lenzuolo antismog di colore bianco, di dimensioni molto contenute (cm 70 x 100 circa), la sua esposizione esterna, ed infine la raccolta, il controllo con specifici rilevatori da parte dei fautori dell’iniziativa e la consegna al sindaco di Goito. Ecco il prospetto del lavoro svolto:

DATI DI BASE: Lenzuola antismog esposte nel comune di Goito: N° totale di lenzuola esposte: 34 Periodo di esposizione: mediamente dal 20/02/1999 al 05/04/1999

NOTE: Alcune lenzuola sono state bagnate dalla pioggia. Altre sono state esposte nelle ore diurne. Qualcuna è stata esposta meno di un mese. Non tutte sono state esposte alla stessa altezza

METODO DI RILEVAMENTO: Concentrazione di polveri ( gr/lenzuolo) Coefficiente 1 = 0 grammi Coefficiente 2 = 18-23 grammi Coefficiente 3 = 23-30 grammi Coefficiente 4 = 30-38 grammi Coefficiente 5 = 38-53 grammi Coefficiente 6 = oltre 53 grammi

RISULTATI: Come previsto, si sono avuti dei valori di concentrazione delle polveri molto alti nelle lenzuola esposte direttamente o in prossimità della Strada Statale Goitese n°236 ( Mantova- Brescia); tutta la zona dimostra comunque considerevoli valori di inquinamento. Si parte da un coefficiente minimo valore 3, in zone periferiche o comunque a traffico limitato, per arrivare a coefficienti 5 e 5,5 nelle zone in cui la concentrazione ed il passaggio veicolare sono ad alta intensità.

IN PARTICOLARE

Statale Goitese (centro): i valori vanno da un coefficiente 4,5 a punte di valore 5,5. Vie laterali di accesso alla Statale (centro) – via Dante Alighieri: coefficiente 5. Zona Carabinieri: coefficienti da 3 a 4. Via XXIV maggio : coefficiente 4. Zona Pedagno (via Ma scagni): coefficiente 4. Colombine (nei pressi della Statale): coefficiente 4. Zona AGIP: coefficiente 4,5. Strada Marengo: coefficiente 4. Strada Levata: coefficiente 4. Marsiletti: coefficiente 4,5

OSSERVAZIONI

Premesso che “OPERAZIONE MALARIA” non porta risultati e prove di valore scientifico, ma ha come obiettivo la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul grave problema dell’inquinamento atmosferico, si possono comunque ricavare dall’indagine considerazioni di particolare interesse. Come già accennato, la zona più trafficata e quindi più inquinata del nostro paese risulta essere quella delle immediate vicinanze della S. S. Goitese, ma anche vie d’acccesso laterali, ad esempio Viale Dante Alighieri o lo stesso centro del paese, mostrano una concentrazione di inquinanti piuttosto preoccupante. Valori elevati di inquinamento sono presenti anche in località Marsiletti e Calmierino (zona distributore AGIP), dimostrando così una omogeneità costante con le lenzuola esposte in centro paese, sulla S. S. Goitese. Le polveri sono potenzialmente responsabili di irritazioni ad occhi e vie respiratorie e si trasformano in mezzi di trasporto per altri inquinanti, sono quindi pericolose come gli idrocarburi, il benzene, il biossido di azoto, il monossido di carbonio o l’ozono. Dai veicoli a motore viene circa il 60% delle emissioni di polveri, fumi e ceneri che portano con sé molte sostanze tossiche e cancerogene. A questo si deve aggiungere l’inquinamento acustico responsabile di tachicardie, variazioni di pressione arteriosa e capacità respiratoria, gastriti, emicranie,capogiri, insonnia, ecc. ecc…. Tutti quindi siamo esposti a situazioni di potenziale pericolo per la salute, ma in modo particolare i soggetti più deboli quali anziani e bambini, soprattutto nella stagione estiva, quando la dispersione degli inquinanti è più difficoltosa. La situazione di Goito non si differenzia da quella generale, anzi l’attraversamento quotidiano di migliaia di automezzi acuisce i problemi di spostamento, aggiungendo ai pericoli sopra esposti quello dell’incolumità fisica dei cittadini. La consapevolezza di tutto questo deve portare ad una revisione ed a un nuovo modo di pensare il sistema dei trasporti e della viabilità unito ad una politica di riduzione delle emissioni inquinanti che diventi compatibile e sostenibile per la persona e l’ambiente, restituendo loro il valore centrale originario. Le lenzuola sono state consegnate al sindaco di Goito nel Maggio 1999 LEGAMBIENTE-GOITO

 

ARTICOLO DELLA GAZZETTA DI MANTOVA (Sabato 29 maggio 1999)

INQUINAMENTO SOPRA I LIMITI A GOITO –  Lo studio di legambiente accusa il traffico per le polveri nell’aria GOITO. Sos inquinamento. Lo lanciano alcuni simpatizzanti di Legambiente a conclusione della cosiddetta “Operazione Mal’aria 1999”: esposizione di 34 lenzuola in vari punti del paese (statale Goitese e vicinanze) e nella rilevazione dei valori di concentrazione delle polveri. Ebbene tutta la zona è risultata più o meno fortemente inquinata. Si parte da un coefficiente minimo 3 nelle zone periferiche (da 23 a 30 grammi di polvere per lenzuolo) a punte di valore 5,5 (sino a superare i 50 grammi) nelle zone in cui il passaggio veicolare è ad alta intensità. Il vertice si tocca là dove la statale attraversa il centro abitato. Le lenzuola sono state esposte tra il 20 febbraio e il 5 aprile. Chi ha compiuto la singolare indagine, tiene a precisare che alcune lenzuola sono state bagnate dalla pioggia, altre sono state esposte solo nelle ore diurne, altre per meno di un mese e non tutte alla stessa altezza. I simpatizzanti di Legambiente, con in testa Marco Dalla bella, riconoscono che l’operazione non porta risultati e prove di valore scientifico ma, nell’ottica della sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul grave problema dell’inquinamento atmosferico, offre ugualmente la possibilità di ricavare considerazioni di particolare interesse. “Le polveri- osservano ancora- sono potenzialmente responsabili di irritazioni ad occhi e vie respiratorie e si trasformano in mezzi di trasporto per altri inquinanti; sono quindi pericolose come il benzene, gli idrocarburi, il biossido di azoto, il monossido di carbonio e l’ozono. Dai veicoli a motore viene circa il 60% delle emissioni di polveri, fumi e ceneri che portano con sé molte sostanze tossiche e cancerogene”. Considerando anche i danni provocati dall’inquinamento acustico “tutti siamo esposti a situazioni di potenziale pericolo per la salute, in particolare i soggetti più deboli (anziani e bambini), specie nella stagione estiva, quando la dispersione degli inquinanti è più difficoltosa. La situazione di Goito non si differenzia da quella generale; anzi l’attraversamento quotidiano di migliaia di automezzi acuisce i problemi di spostamento, aggiungendo ai pericoli dell’inquinamento quelli dell’incolumità dei cittadini. Bisogna quindi arrivare a una revisione del sistema dei trasporti e della viabilità, unita a una politica di riduzione delle emissioni inquinanti che diventi compatibile e sostenibile per l’ambiente” Oggi, alle 10. 30, Marco Dalla bella si recherà in municipio per consegnare al sindaco Marcazzan le lenzuola antismog utilizzate nell'”Operazione mal’aria 1999″. Giorgio Guaita

 

COSE DA SAPERE

I BAMBINI

Legambiente ha realizzato uno studio a Roma, Milano, Napoli e Torino registrando le concentrazioni di inquinanti che respirerebbe un bambino di 5 mesi a bordo del proprio passeggino durante 3-4 ore in giro per le strade del centro, riproducendo artificialmente- tramite un’apposita apparecchiatura- la respirazione del bambino e rilevando le concentrazioni di inquinanti inalate. Il test di Legambiente ha rilevato come potenziali effetti immediati un temporaneo abbassamento della vista ed una momentanea alterazione delle normali funzioni psicomotorie. E a lungo termine, in caso di esposizioni continue e prolungate nel corso degli anni ai veleni prodotti dal traffico, un notevole aumento del rischio di contrarre patologie legate all’inquinamento atmosferico, a partire dalle bronchiti sino ad arrivare ai tumori. La situazione più a rischio è quella evidenziata a Milano dove un bambino di 5 mesi avrebbe respirato ad ogni ora 6. 700 microgrammi di monossido di carbonio, con la formazione di una percentuale di carbossiemoglobina molto vicina al 5%.

 

VELENI DA TRAFFICO

IDROCARBURI. Sono i costituenti fondamentali del petrolio e, insieme all’ozono i principali responsabili dello smog fotochimica, che può provocare difficoltà respiratorie, attacchi di asma, insufficienza cardiaca. Ma gli idrocarburi più pericolosi sono i policiclici aromatici, sprigionati anch’essi dalle benzine, un terzo dei quali svolge un’accertata azione cancerogena.

BENZENE. Il benzene, presente in concentrazioni analoghe sia nella benzina super che in quella senza piombo, è una delle sostanze a maggiore rischio-cancro. Uno studio realizzato dalla Commissione Tossicologica Nazionale prevede che questo idrocarburo, alle concentrazioni registrate in media nelle nostre città, nei prossimi 75 anni provocherà da 1. 240 a 18. 240 nuovi casi di leucemia nel nostro paese.

BIOSSIDO DI AZOTO. Deriva dai gas di scarico dei veicoli a motore e degli impianti industriali ed ha l’effetti di tossicità acuta sia sulle mucose che sugli occhi, ma può provocare danni polmonari e, in elevate concentrazioni, si dimostra letale. Dal settore dei trasporti viene più del 50% di tutte le emissioni di ossidi di azoto, che solo in Italia superano il milione e mezzo di tonnellate annue.

MONOSSSIDO DI CARBONIO. Gas incolore ed inodore sfornato dal traffico e dalle industrie che ha la capacità di limitare la quantità di ossigeno trasportata dal sangue, provocando effetti di tossicità cardiovascolare e, in enormi quantità, l’asfissia. È uno dei gas più pericolosi per la salute umana. In Italia i veicoli a motore contribuiscono per il 90% al totale delle emissioni, stimate in 5,5 milioni di tonnellate/anno.

POLVERI. Ovvero ossidi, solfati, carbonio, silicati, solfuri, cloruri ed altri composti di metalli e combustibili. Le polveri sono potenziali responsabili di irritazioni ad occhi e vie respiratorie e si trasformano in mezzi di trasporto inquinanti. La deposizione delle polveri acide è il principale agente di degrado dei monumenti. Dai veicoli a motore viene circa il 60% delle emissioni di polveri, ceneri volanti e fumi che portano con sé molte sostanze tossiche e cancerogene ( dal benzopirene, all’arsenico, al mercurio).

ANIDRIDE SOLFOROSA. Analogamente alle polveri può irritare occhi e mucose e, come gli ossidi di azoto, partecipa alla formazione di piogge acide. Deriva dai processi di combustione dei carburanti contenenti zolfo. Più dei ¾ di tutte le emissioni di anidride solforosa provengono dalle centrali termoelettriche e dall’industria, mentre i trasporti contribuiscono soltanto per il 5%. OZONO.

L’ozono è presente naturalmente negli strati alti dell’atmosfera, dove contribuisce a formare uno scudo alla penetrazione dei raggi ultravioletti. Negli strati bassi dell’atmosfera invece risulta essere una sostanza inquinante, dannosa per la salute perché provoca irritazioni all’apparato respiratorio. Insieme agli idrocarburi e al biossido di azoto è uno dei principali responsabili dello smog fotochimico.

 

L’INQUINAMENTO ACUSTICO

Nell’ottobre 1995 la Camera dei Deputati ha approvato la legge sull’inquinamento acustico: 17 articoli che prendono in considerazione fonti di rumore, misure di difesa, monitoraggio e prevenzione. L’approvazione di questa legge ha segnato il riconoscimento del pericolo che l’inquinamento acustico rappresenta per la salute dell’uomo. Tachicardia, variazione della pressione arteriosa e della capacità respiratoria, gastriti, nausea, alterazioni del campo visivo e della trasmissione degli impulsi nervosi, sono alcune delle patologie riconducibili “all’esposizione al rumore”. Ed ancora emicranie, capogiri, inappetenza, difficoltà di concentrazione ed insonnia, insomma un vero e proprio “stress da rumore” che mina profondamente la qualità della vita. La legge individua tutte le fonti possibili di rumore sia mobili (traffico urbano, autostrade, ferrovie, aeroporti, ecc.) che fisse, come le piccole attività industriali ed artigianali (lavanderie, piccole officine ecc.). Vengono presi di mira anche gli antifurto delle auto, solo parzialmente affrontati dal Nuovo Codice della Strada, e gli spot pubblicitari che in nessun caso potranno superare la potenza sonora prevista per i programmi televisivi (art. 12). La legge si muove su diversi livelli a partire dal monitoraggio dell’inquinamento acustico nelle zone a rischio, per passare alla valutazione di impatto acustico dovrà che dovrà affiancare quello di impatto ambientale: prima di costruire aeroporti, strade o discoteche insomma, i titolari dell’opera dovranno certificare che la costruzione produrrà una rumorosità inferiore alla soglia di accettabilità per l’orecchio umano.

L’ISTITUTO DI MEDICINA DEL LAVORO della Asl 1 di Trieste ha “scoperto” un dato singolarissimo: le farmacie che operano in quartieri dove il livello sonoro notturno è compreso tra i 55 ed i 75 decibel- ossia dove viene superata la soglia di tollerabilità- vendono una quantità di sonniferi, tranquillanti e farmaci per i disturbi gastrici e cardiaci doppia o addirittura tripla rispetto alla media. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che in Italia i limiti massimi di rumorosità vengono superati nell’88,5% dei fonorilevamenti diurni e nel 98% di quelli notturni. Sempre secondo l’Oms il 45%dei cittadini convive con livelli di rumore compresi tra 70 e 75 decibel, valori già potenzialmente all’origine di patologie di carattere psicosomatico.

 

COME DIFENDERSI DALLA MAL’ARIA

Riteniamo che un’attività sia inquinante? Ci servono le prove. Dunque bisogna allertare l’azienda sanitaria competente per zona o per attività (in alcuni centri urbani ci sono Usl o presidi multinazionali di prevenzione che hanno il compito di accertare la pericolosità sanitaria o ambientale di industrie, officine o altro ancora) oppure direttamente il comune per invitarli a fare i controlli del caso. Sempre meglio, in queste circostanze, presentare un invito scritto, da inviare per conoscenza oltre all’ufficio del quale chiediamo l’intervento, a tutte le autorità che pensiamo possano avere competenza in materia: circoscrizioni e vigili urbani, ad esempio, ma anche assessorati alla sanità e all’ambiente. Non dimenticate di inviarne copia anche all’inquinatore. Gli farà piacere sapere che vi state interessando a lui. La diffida o atto dichiaratorio è una sorta di avvertimento ufficiale che serve ad invitare il destinatario, che non ha rispettato o non ha rispettato un preciso obbligo di legge, a mettersi presto in regola. La diffida va scritta in tante copie quante sono le persone o gli uffici coinvolti, più una copia per il mittente, e si deve consegnare all’ufficio notifiche del Comune di residenza. Per scrivere una diffida non è necessario ricorrere ad un avvocato, ma è comunque meglio consultarsi con un esperto; nel testo (preceduto dalle generalità di chi presenta la diffida) è necessario esporre un racconto succinto dei fatti e l’ipotetico reato contestato, mentre nella parte finale dovrà essere espressamente specificato che il perdurare dell’illegalità sarà denunciato all’autorità giudiziaria. Nel caso di piccoli abusi la diffida smuove anche i più recalcitranti (o maleducati). Altrimenti, carta bollata bollata e penna: si passa alla denuncia. L’esposto-denuncia è una carta da giocare solo nei casi di estrema gravità ed urgenza o dopo aver provato inutilmente tutte le strade possibili (proteste, petizioni, lettere, diffide, appelli al Comune, alla ASL, alla Regione, ecc.). Nell’esposto si individua il reato commesso e si espongono i fatti al magistrato. La legge prevede la possibilità di presentare la denuncia a voce, lasciando all’autorità giudiziaria il compito di verbalizzarla, in questo caso però è preferibile rivolgersi ad un avvocato. Sia negli esposti che nelle diffide i reati contestati devono sempre essere messi in forma ipotetica, lasciando al magistrato il compito di accertare la violazione delle leggi: in questo modo si ha la certezza di nono incorrere in una causa per calunnia. Qualora fosse possibile, infine, sarebbe preferibile specificare nella denuncia che in caso di condanna si richiede la sospensione della pena (ai sensi dell’art. 165 del codice penale) a patto che, se questo è il caso, l’imputato risani il danno ambientale.

L’ARTICOLO 659 DEL CODICE PENALE avverte che “chiunque mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto sino a tre mesi o con un’ammenda di L. 600. 000”. In varie circostanze, quando non è stato possibile risolvere la questione in altro modo, alcuni cittadini hanno fatto ricorso a questo articolo per mettere a tacere antifurti che turbavano continuamente il sonno.

UN’ALTRA SITUAZIONE IN CUI CI SI Può SPESSO TROVARE è legata alla vicinanza di un impianto termico non conforme alle norme di legge. La competenza, in questo caso, è del Comune. Si può richiedere un controllo attraverso un’istanza su carta semplice. A questo punto, se è un impianto autonomo, il controllo dovrebbe essere entro dieci giorni e dovrebbe scattare una diffida da parte del Comune all’indirizzo del proprietario. Se un impianto è centralizzato, il controllo sarà effettuato nel periodo di funzionamento dello stesso.

Come si fa ad accedere ai documenti pubblici? La legge sulla trasparenza (241 del 1990) offre a tutti i cittadini la possibilità di poter visionare atti e documenti delle pubbliche amministrazioni. Talvolta è sufficiente chiedere a voce all’ufficio competente i documenti che si vogliono esaminare. Più sicuro però è accompagnare la richiesta verbale con un invito formale, ovvero una richiesta scritta (assicurarsi che venga protocollata) in cui si deve far preciso riferimento alla 241 del’90 (vedi facsimile).

Facsimile:

Al sindaco di…………………………………………………….

Il sottoscritto(generalità e domicilio)……………………………………. .

In base alla legge n. 241 del 7 agosto del 1990, riguardante le nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi, richiede la visione dei documenti relativi a:………………………………………… .

Le motivazioni per tale richiesta sono le seguenti…………………………………….. .

In fede (firma)

 

Materiale e testi a cura di Marco Dallabella
Scrittura ed impaginazione a cura di Giulia Vaccari