Il locale  nel gergo popolare era da sempre conosciuto come “La Cooperativa”. Per conoscerne l’essenza bisogna  fare un balzo indietro nel tempo e partire dagli anni vicini al 1870. E’ allora infatti che nascono le cosiddette “Società di Mutuo Soccorso” , soprattutto tra gli operai e i contadini, che aiutano le famiglie degli aderenti ad avere sussidi economici, per esempio in caso di forzata assenza dal lavoro  per malattia. Questi tipi di società -a Goito ne nacque una nel 1873 , a Cerlongo un’ altra nel 1892 – insieme ai moti contadini del 1882 e del  1885 conosciuti come “La Boje”( ovvero “bolle”, la misura è colma ) sono le fondamenta per la nascita del futuro movimento cooperativo

Cos’è la cooperativa? Una società a capitale variabile costituita associando quanti hanno un medesimo bisogno eliminando gli intermediari in modo da procurare beni e servizi a prezzi inferiori a quelli praticati dal mercato. Questo movimento politico – sociale è diretto a superare forme di sfruttamento del mercato che dipende da posizioni di monopolio, attraverso un’associazione per categorie economiche. In Italia la Lega Nazionale delle Cooperative nacque nel 1886.

E’ appunto in questo contesto che a Goito l’otto settembre 1909 nasce L’Anonima Cooperativa di Consumo L’Unione  con sede nell’antico  Circolo Combattenti e Reduci situato in Piazza Sordello n°4. Non è possibile sapere con certezza quanti fossero gli aderenti, ma statisticamente nel mantovano le cooperative di consumo avevano tra i 100 e 200 iscritti. La cooperativa -divisa in due rami- si occupa della vendita di generi alimentari e di vino e bevande in genere; come tutte le organizzazioni di questo tipo, all’inizio si regge sul volontariato, per poi introdurre la figura del banconiere che viene assunto mediante concorso e viene stipendiato. Nei primi anni ’20 le organizzazioni economiche socialiste subiscono vari tipi di aggressione da parte fascista. Ne è prova la denuncia presentata congiuntamente dagli amministratori delle due cooperative goitesi ( la seconda, chiamata Società Unione Cooperative fondata nel Marzo 1919 ha posizioni vicine al Partito Popolare ) in merito all’obbligo di fusione per volere del fascio locale. A questo proposito nel libro Storia della Cooperazione mantovana dall’Unità al Fascismo si dice: il 15 maggio 1921 il signor Pasini del Direttorio del Fascio incontratosi con il banconiere Negri Ezio e Notari ( Nodari ) Epaminonda, Vice Presidente della cooperativa di consumo, ne imponeva la chiusura, sia per lo spaccio di generi alimentari quanto per lo spaccio di vini e liquori. Il 19 maggio il signor Moschini Giuseppe dava ordine di riaprire l’esercizio permettendo solo la vendita dei generi alimentari, con smercio di bevande non alcoliche e il vino solo da asporto. Questo fino alla riunione imposta del 26 maggio quando i due Consigli di Amministrazione si riunirono; il Direttorio del Fascio impose quindi la fusione delle due cooperative, con amministrazione scelta dallo stesso Direttorio; le assemblee generali dei soci dovevano prendere analoghe delibere pena la distruzione dell’esercizio. Venne pertanto presentata denuncia. Nel documento si citava il danno subito dal locale da parte fascista per mezzo di squadristi provenienti probabilmente dalle zone del poggese e del modenese: lire 2000 per danni a mobili ed arredamento.Nello stesso periodo venne devastata anche la Cooperativa di Maglio

Qui di seguito è elencato l’ultimo organigramma indipendente del Consiglio di Amministrazione della Società Anonima di Consumo L’Unione

Dottor Bonafini Tulli

Notari ( Nodari ) Epaminonda

Martelli Giuseppe

Pezzali Alceo

Barini Giuseppe

Marani Luigi

Martelli Alessandro

Petrini Giacomo

Briani Francesco

Belfanti Emilio

Notari Giovanni

Negli anni immediatamente successivi, in coincidenza con l’avvento al potere del fascismo, viene creato il Segretario Economico che ha facoltà di controllo delle organizzazioni sindacali ed economiche della provincia, con a capo Giuseppe Moschini di Goito. Il 6 aprile 1923 il segretario delibera la liquidazione del consorzio delle Cooperative di Consumo nonostante i bilanci siano in attivo.”Non servono le cooperative ma bastano gli esercenti”, viene detto chiaramente da parte del nuovo potere. Nei due decenni successivi il locale viene adibito a semplice bar, nonostante alcune foto d’epoca riportino l’insegna “Locanda”. Nel periodo attorno alla seconda guerra mondiale l’edificio è adibito a trattoria con la presenza nella parte anteriore di una pesa. Nell’immediato dopoguerra e precisamente nella prima settimana di ottobre del 1945, vengono ripristinate le antiche condizioni; questo fino agli anni a cavallo tra la fine dei ’50 ed i primi ’60 quando, per problemi economici, la cooperativa si dissolve. Al suo posto viene insediato un ufficio dell’ ENAL, ovvero  Ente Nazionale Assistenza Lavoratori , per breve tempo. In seguito intorno ai primi anni sessanta , il locale diviene sede del Circolo Combattenti e Reduci, e in seguito diviene anche Circolo Arci. Dopo un periodo di chiusura dovuto anche ad un incendio che danneggia i  piani superiori , verso la fine degli anni settanta la Cooperativa riapre. Nelle gestioni che si succedono il locale diventa un punto di riferimento molto importante per le nuove generazioni che arrivano nel piazzale con le Dyane 2CV e le Vespe PX. Nelle sale interne si possono trovare giornali, flipper , biliardino, juke box e biliardi. Viene ripristinato l’antico appuntamento del Rancio del Combattente che si tiene la sera del quattro novembre. Tra le varie attività e iniziative: corsi di sommelier,tornei di briscola, tornei di biliardo, biciclettate per il primo maggio,mostre, presentazioni di libri, musica, gare delle torte.In occasione del Burièl, il falò tradizionale del sei gennaio, i giovani della FGCI costruiscono un missile  che invoca la pace.La presenza di molti giovani spinge il Circolo a formare una squadra, seguita da una tifoseria caldissima, che partecipa ai tornei  calcistici notturni.con il nome di CCR Stella Rossa.Il gioco a carte del “cento “  diventa per gli spettatori un vero e proprio appuntamento da non perdere. Figure locali  leggendarie si sfidano per ore  facendo sbudellare dalle risate il pubblico presente. El Marino, Specì, El Miglio, El Moro, Sai, Zazà, El Chinì, El Mut e altri si battono tra: “Faga el rèst” , “Setàntàsinq” “C’ho poco” “De Cooooh !” che per i profani sono termini incomprensibili ma solamente dal modo come vengono pronunciati( spesso aiutati dal lambrusco) strappano consensi tra i tifosi. Meglio che andare al cinema

Negli anni ottanta/novanta  il numero dei soci  raggiunge i seicento. Dopo la chiusura del negozio di alimentari del “Gigi”, viene ricavata una saletta utilizzata principalmente come spazio culturale

Il Circolo negli anni duemila:: come già detto in precedenza, il circolo ha dimora nell’edificio originario posto in piazza Sordello n°4. Dal 1995 esso fa parte del circuito nazionale dell’Arci Nuova Associazione: organizzazione che riconosce la continuità con l’Arci fondata a Firenze il 26 maggio 1957, radicata nella storia del mutualismo e del solidarismo italiano. L’associazione non persegue fini di lucro e si adopera tra l’altro per le attività di promozione ed espressione culturale, di spettacolo, di animazione, di informazione e di crescita civile, organizzate in proprio ma anche all’interno delle strutture educative e scolastiche, in collaborazione con enti che operano nella scuola.Uno spazio importante è dedicato all’attività ludica, con giochi e tornei dedicati al biliardo, alle carte, biciclettate ed inoltre “Il rancio del combattente”, festa conviviale che ricorda l’armistizio del 4 novembre 1918. Nell’anno 2002 erano circa 290 a cui bisogna aggiungerne circa 35 aderenti all’Associazione Combattenti e  Reduci. Costituita il 24 giugno 1923 essa ha sede a Roma, nel nuovo statuto datato 10 marzo 1986 l’associazione si propone: Il culto della patria La glorificazione dei caduti in guerra, nei campi di prigionia e di internamento e la perpetuazione della loro memoria. La difesa dell’unità dei valori della nazione e della Costituzione Repubblicana L’affermazione della giustizia ed il mantenimento della pace tra i popoli, il consolidamento dei vincoli di fraternità tre tutti, in Italia, in Europa, nel Mondo. La partecipazione attiva alla risoluzione dei problemi sociali La promozione di tutte le iniziative atte a difendere e a realizzare tra gli associati, i cittadini ed in particolare i giovani, i principi di una concreta operante solidarietà per meglio superare le difficoltà materiali e morali della collettività nazionale Ricerca e documentazione culturale e storica del Combattente Italiano ed i valori che l’hanno ispirato e la conseguente divulgazione di essi per facilitare la conoscenza alle nuove generazioni. Gli scopi di cui al presente articolo costituiscono le ragioni ideali, morali e sociali dell’associazione ed impegnano l’azione degli iscritti. L’associazione è apartitica

Il Consiglio Direttivo  in quegli anni

CIRCOLO ARCI – COMBATTENTI E REDUCI

Presidente Gottardi Guglielmo Vicepresidente Vareschi Walter Consiglieri Muchetti Gianni Dalzini Elia Paini Ivano- Marchi Fabio Soldani Aldo Segretario Castagna Lino

COMBATTENTI E REDUCI

Presidente Pedron Severino Revisori Moratello Enzo Moreschi Guido

Si ringraziano per la preziosa collaborazione: – Associazione Nazionale Combattenti e Reduci sezioni di Goito e Mantova – Anacleto Bianchi – Biblioteca comunale di Goito – Circolo ARCI di Goito -nella persona di Federica.

Il locale così rimane sino al 31 Dicembre 2010  quando dopo una storia ultracentenaria “La Cooperativa” chiude tristemente i battenti a causa del coinvolgimento del gestore in una vicenda di ‘ndrangheta con  successiva messa in vendita dell’ edificio da parte del proprietario.

APPENDICE

Le Società di Mutuo Soccorso

Negli anni attorno al 1870, nonostante la rendita fondiaria sia in espansione, i contadini e i braccianti agricoli sono in condizioni di vita miserevoli, duramente colpiti dalla politica fiscale del governo di destra. Nel 1869 l’entrata in vigore della tassa sul macinato provoca tumulti di piazza.

La gran parte delle popolazioni rurali per vivere è costretta al furto campestre per procurarsi legna da ardere, frutta e ortaggi, erba per animali. L‘alimentazione principale dei poveri è il grano turco sotto forma di polenta condita con grasso animale accompagnata normalmente e unicamente da legumi, ortaggi, e pesci salati. Questa alimentazione povera di proteine e vitamine essenziali è l‘origine della pellagra detta anche “la malattia della miseria” che miete vittime nelle campagne lombarde, emiliane e venete.

Elevatissima mortalità infantile, pessime condizioni igieniche nelle abitazioni, analfabetismo saranno gravi problemi irrisolti per molto tempo. Contro le piaghe più gravi della società nasce IL MUTUO SOCCORSO tra operai e artigiani. 

In brevissimo tempo la quasi totalità dei salariati e dei braccianti si raccoglie in due associazioni: La Società di Mutuo Soccorso tra contadini di Mantova capeggiata da Eugenio Sartori e l’Associazione Generale dei Lavoratori di Mantova guidata da Francesco Siliprandi.

Ma le esigenze dei lavoratori sono ben superiori e i limiti del mutuo soccorso determineranno in seguito la nascita di nuove organizzazioni.

Nel volume di CESARE REVEL, relativo al Mutuo Soccorso tra le classi lavoratrici,è citata la SOCIETA’ DI MUTUO SOCCORSO TRA GLI OPERAI DI GOITO che nel 1877 vantava 90 soci effettivi più 20 onorari. La tassa di ammissione era di Lire 288 ed il patrimonio ammontava Al congresso operaio delle società tenutosi a Mantova il 12 e 13 dicembre 1880, la società operaia goitese aveva aumentato i propri soci a 212 ed il patrimonio a Lire 7193,91. Il conte ANTONIO D’ARCO fu eletto PRESIDENTE ONORARIO il 27 luglio 1873, ricevendo ufficialmente l’incarico il successivo 3 agosto presso il TEATRO FILODRAMMATICO.

Se sei interessato a leggere lo statuto della prima società di mutuo soccorso di goito clicca qui: statuto-mutuosoccorso-1873.

Moti a Mantova – Moti contadini del 1882 ed del 1885

A metà febbraio del 1885 in tutto il mantovano cominciano manifestazioni e scioperi dei lavoratori per avere l’aumento delle tariffe. Il lavoro per l’organizzazione dei lavoratori è vasto e intenso. Il 26 e 27 marzo 1885 nella provincia di Mantova scatta il piano per decapitare il movimento. I capi delle associazioni, gli organizzatori locali, gli animatori più rispettati dagli scioperanti vengono arrestati e incarcerati. L’ira degli agrari mantovani e dei governanti si sfoga contro di loro con la gravità delle accuse e il protrarsi del carcere. Nel periodo tra il 16 febbraio 1886 e il 27 marzo 1886 si svolge il processo a Venezia. I difensori, tra i quali primeggia Enrico Ferri, smontano le accuse di eccitamento allo sciopero, attentato alla sicurezza interna dello Stato mediante atti tendenti al saccheggio ed alla strage, dimostrando che i lavoratori si erano organizzati solo per una ragione molto semplice: non morire di fame! Ricerca storica  e testi a cura di Marco Dallabella.

Tecnico fotografico: Remo Villagrossi

Si ringraziano per la preziosa collaborazione e i racconti orali : Associazione Nazionale Combattenti e Reduci sezioni di Goito e Mantova – Anacleto Bianchi  –  Foroni Adelelmo, Antonio e Silvio –  Learco Zanardi – Giancarlo Vaccari – Armando Ghiraldini – Anselmo Madella – Benedetto Bosseda – Marino Barbato – Enzo Cartapati – Mauro Vincenzi – Sergio Banali – Maurizio Vallicella

Fonti: Archivio Storico Movimento Operaio Goito,  Archivio del PCI, Archivio Circolo PD.

Libri consultati : Storia della cooperazione mantovana dall’unità al fascismo Luigi Cavazzoli e Rinaldo Salvadori Marsilio Editore 1984.