Franco Azzoni, meglio conosciuto come Gör (Giovane Orgoglioso Rapito dall’Arte) nasce nel 1944 a Torre di Goito (MN), morto nel 2005.
Si dedica alla pittura sin dal 1968 come autodidatta. Lavora anche in ambito scultoreo con materiali diversi, assemblando sculture di forte impatto emotivo: volti sagomati e segnati, forme antropomorfe e zoomorfe o informali.

Ha partecipato a numerose mostre e concorsi sia nazionali che all’estero.
In occasione dei vent’anni di attività la sua città natale gli ha dedicato una personale nel 1991, di rilievo e l’antologia nel palazzo Gonzaga Cavriani di Volta Mantovana. Nel 1992 ha partecipato alla “Rassegna di artisti mantovani della pittura naïf” a Marmirolo. Dal 1993 un suo lavoro fa parte della rassegna internazionale itinerante di piccolo formato “Blocco per Artisti”.

Si ricordano inoltre:

Contemporaneamente, Volta Mantovana, MN, 1992;

Rassegna d’arte contemporanea, Fano, 1992;

Galleria del Candelaio, Firenze, 1993;

Palazzo Marini, Rosignano Marittimo, 1994;

“Mantua”, Galleria Jatki, Nowy Targ, Cracovia (Polonia);

X Biennale di Scultura;

“(S) Oggettivamente – arte moderna per un paese antico”, mostra personale, Civitella in Val di Chiana collettiva Sirmione, Saletta Cavriani Mantova;

Premio Firenze Palazzo Vecchio, Salone del Cinquecento, 1995;

“Arte in concerto”, Borgoforte

Etruria Arte, Livorno, 1995;

Tra spazio e tempo, S. Buono (All’interno del Museo Archeologico)

Pasqua di Pace, Tenno (TN)

Casa degli Artisti (Tenno)

“Natura e sentimento”- personale Assessorato alla cultura – Goito
Collettive

Arte Bologna, 1999;

Presente a Tenno con l’opera scultorea “La Natività”, 1999;

International Artexpo, New York, Marzo 2000;

Settembre 2000 Mostra di Pittura Itinerante in Val Di Non

Rassegna Internazionale D’Arte Contemporanea, Monte Carlo, Novembre 2000;

L’Amico Giorgio Fogazzi , critico e collezionista d’Arte, lo descrive così: <<L’apparente qualità delle opere di Gör è quella di un segno e di un cromatismo neoespressionisti, ma un’attenta lettura dei lavori, che appaiano nella continuità d’un filo che garantisce l’unità stilistica, permette di concludere che essi non sono riferibili ad un’etichetta storica e dunque nemmeno all’espressionismo il quale, sia pure col filtro della lettura soggettiva, resta pur sempre un esempio di rappresentazione progettata, che è esattamente ciò che manca alla precaria spazialità ed alla vacanza di valori delle opere di Gör>>.

Disperdendo il pennello nei colori scelti in piena libertà entro ambiti spaziali che rispondono più all’esigenza del dipingere che a quella di allineare certezze, non solo l’artista trasforma in pittura, e cioè in mero giudizio, l’intero campo della visione, ma suggerisce l’immutabilità dell’unità, nel viaggio col solco illusorio dell’idea di separazione. Questa lettura è particolarmente agevole nei dipinti realizzati bianco su bianco, dove il segno della scansione formale è contemporaneamente il limite del vuoto e del pieno, e cioè un limite affidato alla scelta della mente. Questa caratteristica appartiene tuttavia anche ai quadri ricchi di cromatismi dove la precarietà del limite, anziché dalla monocromia, è dettata dall’assenza di una gerarchia spaziale e da segni i quali, anziché volgere in significati, chiedono di essere letti in quanto tali, come frutto cioè d’impulsi ove la ragione partecipa alla lettura dell’opera più che intervenire per formare il progetto.

Questa unità stilistica fa dei quadri monocromi di Gör il primo riferimento per la lettura della sua opera ed elude comunioni stilistiche o di contenuto con opere di analogo effetto estetico che hanno caratterizzato la storia dell’arte contemporanea. Ciò avviene perché le opere, anziché essere il frutto d’una scelta estetica o morale, sono la naturale conseguenza d’una lettura del mondo che avviene attraverso l’immersione dell’artista nella totalità della percezione, libera dalle affascinanti elaborazioni dell’intelletto e del suo carico di contrastanti mediazioni.

Il 2001, già foriero di soddisfazioni, con le mostre di Firenze, (artista in vetrina del III° Millennio), San Marino (rassegna collettiva di Monte Giardino) e la rinnovata presenza al Jacob Javits Convention Center di New York, lo vedrà ancora sugli scudi a partire dal mese di luglio quando sarà all’accademia delle belle arti di Pisa in occasione della III mostra mondiale del mini quadro e contemporaneamente a Marbella in Spagna per la fiera Expo di Arte Contemporanea.
In Novembre ripeterà la felice esperienza di Montecarlo. Nonostante le innumerevoli esperienze in giro per il Mondo, Gör è particolarmente legato ad un’affresco da lui eseguito in un noto e caratteristico locale di Mantova (Osteria Le Quattro Tette). Qui egli si vede protagonista in prima persona di una corrida vista in forma erotica, nella quale la testa del toro è sostituita da un volto maschile, e la classica figura del torero con muleta è rappresentata da una figura femminile che domina l’animale, e quindi l’uomo, nell’arena.

L’Arte è Spontanea, Sincera ed io cerco di esserlo. Artista si nasce, non si diventa, perché ognuno deve fare quello che sente, altrimenti non esprime realmente se stesso“.

 

Marco Dallabella