Gli eventi degli ultimi anni:

*Avendo numerose foto della Fiera del Grana, tutte le foto sono state inserite nella
galleria fotografica di questa pagina in ordine cronologico decrescente.
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1959

2014


Giovedì con gli Autori

La scrittrice Maria Grazia Sereni di Porto Mantovano ha inaugurato la nuova stagione di “Giovedì con gli Autori” a Goito. L’ incontro, tenutosi giovedì sei febbraio 2014 presso la Sala Consiliare del Comune, è stato organizzato dalla Biblioteca cittadina e dall’Associazioe Culturale Goito Online. Alla presenza di Andrea Sgarbi, Consigliere delegato alla Pubblica Istruzione e alla Biblioteca e di un pubblico attento, l’autrice bancolese ha intrattenuto i presenti parlando del suo ultimo lavoro “Gioia, mia gioia” che introduce il lettore al misterioso ed affascinante mondo dei gatti.In particolare sono stati messi in evidenza alcuni stati d’animo che la presenza del felino contribuisce ad alleviare, quali la solitudine, la noia, la depressione. Inoltre stati elargiti con generosità molti suggerimenti sul comportamento del micio, sui suoi raporti con gli altri animali, e su come migliorare i rapporti tra gli umani e il mondo animale.I presenti hanno accompagnato il loro interesse con svariate domande. Ha particolarmente colpito il fatto che Maria Grazia Sereni aderisca all’ alimentazione vegana, ovvero una scelta che non prevede il consumo di nessun tipo di cibi di origine animale, compresi uova e latticini.Un comportamento in linea con il perseguimento di un ideale etico ed ambientale allo stesso tempo, che risparmia lo scempio degli allevamenti intensivi , dei macelli , dell’inquinamento del pianeta.
Il libro Gioia, mia gioia è
una storia narrata da due punti di vista diversi ,quello felino e quello umano.In parte immaginato, in parte assolutamente aderente alla realtà, questo racconto breve raggiunge momenti toccanti, quando il rapporto tra umani e felini si fa più stretto.
Finito di sampare nel novembre 2013 a cura delle Edizioni Arti Grafiche Bottazzi di Suzzara su carta riclicate Cyclus Offset, il libro costa al pubblico euro 8.50 iva inclusa.
Sul sito mariagraziasereni.it la scrittrice riporta alcune notizie sulla sua attività:
Ecologista, animalista, gattofila, scrittrice, vegana, cuoca fantasiosa, queste in ordine di importanza sono le mie principali caratteristiche.Tutti i miei libri sono stampati su carta d’alghe o riciclata (e per questo sono menzionata nell’elenco degli scrittori italiani amici delle foreste redatto da Greenpeace).Come potrete notare dalle immagini, sono un’animalista con predilezione per i gatti che da molti anni allietano la mia vita.In questo sito potrete trovare: notizie sulla mia produzione letteraria, una rapida biografia, un blog sul quale risponderò a domande inerenti ai problemi comportamentali dei gatti (per quelli fisici occorre rivolgersi a un veterinario) e sul quale troverete: brevi racconti inediti, indirizzati a ragazzini o adulti,di tanto in tanto qualche libro della mia prima produzione da scaricare gratuitamente, alcune notizie importanti sull’ambiente,notizie edite o inedite sugli animali,articoli che trattano dei diritti civili.
Una passione testimoniata dai link che si possono trovare sulla pagina web che vanno da: Lega Antivivisezione WWF Italia Ente Nazionale Protezione Animali,  Greenpeace,  Amnesty International, Medici senza Frontiere, Unicef, Save The Dogs.
E’ possibile contattarla all’indirizzo mail :
info@mariagraziasereni.it
A cura di Marco Dallabella

Giovedì con gli Autori 2° serata

Nella seconda serata di giovedì 13 febbraio Tiziana Silvestrin ha presentato “Le righe nere della vendetta” seguito naturale de “I leoni d’Europa”primo romanzo dell’ autrice mantovana.
Le indagini dell’ affascinante capitano di giustizia Biagio dell’ Orso stavolta partono nella Mantova del 1585. Quella torrida estate porta l’omicidio dell’ architetto Vannocci, steso sul pavimento con accanto il disegno di una mappa rigata col nero. L’avvenimento fa riaffiorare il passato del famoso pittore di corte Giulio Romano trasportando le serrate indagini del capitano nella Firenze dei Medici e nella Venezia dell’ amata Rosa,mentre a Mantova si allungano le ombre sinistre dell’ Inquisizione. Biagio dell’ Orso cercherà in tutti i modi di salvare dal rogo una giovane, inquisita senza prove per il solo fatto di conoscere le arti guaritorie. Durante l’ incontro Tiziana ha raccontato di come si dipanano le sue trame romanzesche:partendo da fatti realmente accaduti ai potenti delle epoche passate , dando luce al contempo a molte persone comuni che fanno realmente la storia ma non vengono mai ricordate. I suoi lavori sono frutto di ricerche minuziose in archivi,chiese e luoghi misconosciuti per scovare abitudini, costumi e alimentazione del passato.
Appassionata di arte e storia Tiziana Silvestrin ha cominciato scrivendo racconti brevi e sceneggiature per commedie.Il primo romanzo come detto è stato “I leoni d’ Europa”nel quale al centro dell’ attenzione troviamo la Mantova del 1582. L’ investigatore Biagio dell’ Orso è impegnato a dipanare la matassa sul misterioso omicidio(ma sarà poi vero?) dello scozzese James Crichton da parte di Vincenzo Gonzaga. Sulle tracce del passato del britannico, il detective virgiliano scopre una sorta di complotto internazionale. Sullo sfondo l’opulenza della Serenissima, i servizi segreti del Consiglio dei dieci,spie e cortigiane, i Gonzaga e gli intrighi di Elisabetta I e del suo consigliere Walshingham.
The Admirable Crichton, conosciuto in Italia come L’ Ammirabile Critonio, nato in Scozia nel 1560 e morto a Mantova nel 1582 è stato uno scienziato,poeta e matematico famoso per la sua straordinaria conoscenza delle lingue, delle arti e delle scienze. Crichton riposa a Mantova nella piccola chiesa di San Simone , in via Domenico Fernelli. Lo ricorda una lapide ivi deposta nel 1914 da un suo discendente.
Tiziana Silvestrin vive a Mantova. Entrata a far parte di una compagnia di teatro amatoriale, inizia a scrivere commedie. Alla passione per la recitazione e per la lettura si aggiunge la curiosità per l’arte e la storia. Quando vince un premio con un racconto le viene il sospetto che forse può mettere a frutto le sue ricerche per scrivere gialli storici. Da un mix di creatività, immaginazione, storia,personaggi reali e non è nato il suo primo romanzo “I leoni d’Europa” e da lì i personaggi, in particolare il capitano di Giustizia Biagio dell’Orso, appassionando i lettori, hanno continuato a vivere in questa seconda opera.
Titolo: Le righe nere della vendetta
Autore: Tiziana Silvestrin
Editore: Scrittura & Scritture
ISBN: 978-88-89682-39-5
Pagine: 294
Anno di pubblicazione: 2011
Prezzo copertina: 14,50 €

Giovedì con gli Autori 3° serata

La terza serata di Giovedì 20 febbraio ha proposto il libro “L’ultimo quadro di Van Gogh” dell’ autore bresciano Alan Zamboni. La serata è stata naturalmente incentrata sulla figura del grande pittore olandese . Tante le cose che Zamboni ha raccontato al pubblico. Dalla passione smisurata che Vincent metteva nelle proprie tele, ai tanti falsi luoghi comuni su di lui.
Non era per niente pazzo né ignorante, anzi. Era colto, come dimostrano le lettere che scriveva al fratelloTheo,era poliglotta,attento al sociale e alla politica. Interessante il confronto caratteriale tra lui e Paul Gauguin,altro geniale pittore che è stato suo amico e coabitante per un breve periodo. Istintivo e disordinato il primo, cerebrale e perfezionista il secondo. Vincent Van Gogh aveva una straordinaria capacità di assorbire dagli altri per poi rielaborare il tutto in maniera assolutamente personale. Negli ultimi tempi della sua breve vita dipingeva in maniera velocissima , ispirato in questo dai pittori giapponesi. Nel libro di Alan troviamo i personaggi che hanno accompagnato l’ esistenza di Vincent: dal fratello Theo alla sorella Elizabeth ,al dottor Gachet. Ma la domanda è : cosa stava dipingendo Van Gogh quando si è sparato? Alan Zamboni ha accompagnato la presentazione con l’ ausilio di una chitarra acustica, offrendo alla platea due interpretazioni poetiche delle lettere al fratello Theo.
Alan Zamboni è un cantautore con tre dischi all’attivo e scrittore bresciano (ha pubblicato “Grecia solo Ritorno”). Collabora come autore di testi con diversi musicisti e compone colonne sonore per spettacoli teatrali. Dal 2003 comincia un attento studio sulla vita e le opere di Vincent van Gogh . Oltre alla visita di numerosi musei e mostre sulle opere del pittore olandese, decide in questi anni di ripercorrere i luoghi di van Gogh affiancando lo studio di numerosi testi con viaggi ad Arles, in Olanda e ad Auvers-sur-Oise Da queste esperienze nel maggio 2010 nascono il disco e il libro editi da Infinito Edizioni. Collabora da quasi due anni con Antonio De Robertis, uno dei maggiori esperti internazionali dell’artista e insieme hanno preparato il saggio “Diavolo o Van Gogh”per il simposio che si è tenuto ad Amsterdam nel 2013. Attualmente vive in Francia.
Collana: Collana GrandAngolo
Titolo: L’ULTIMO QUADRO DI VAN GOGH A 120 anni dalla morte, un libro e un cd musicale inedito per Vincent van Gogh
Autore: Alan Zamboni
Caratteristiche: Formato 15×21, copertina bandellata a colori, rilegatura filo refe, con cd audio Siae
Pagine: 141
Prezzo: euro 10.50
Isbn: 978-88-89602-73-7

Giovedì con gli Autori 4° serata

La Sala Consiliare di Goito ha ospitato in occasione della quarta serata di Giovedì con gli Autori , la scrittrice goiteseAntonella Arioli. Il suo libro “ Questa adolescenza ti sarà utile” ha offerto vari spunti alla platea.Si è partiti dal sottolineare come l’ adolescenza sia un periodo di grandi cambiamenti nel quale sorgono i primi interrogativi esistenziali.Domande che sorgono spesso da sole all’interno dei giovanissimi.Sono anni cruciali, in cui questa fase della vita se vien coltivata bene, aiuta in maniera fondamentale la creazione e la progettazione che l’individuo svolge nella sua esistenza. Antonella Arioli ha spiegato che l’intento della sua opera è quello di alimentare il desiderio di ricerca esistenziale e affinare la coscienza.L’idea di scriverla è nata come spunto naturale dopo il suo lavoro con l’associazione Amico Charlie di Milano che si muove nelle pieghe del disagio giovanile ed in maniera specifica per il reintegro di adolescenti che hanno tentato il suicidio. Il libro si rivolge anche agli adulti , per aiutarli a rivitalizzare i propri sogni e conseguentemente ad aiutare i propri figli. Nell’ ultima parte della serata l’ autrice ha dispensato vari suggerimenti che possono essere utili al raggiungimento di risultati positivi in tal senso. Oltre ad una analisi tecnica dettagliata , le pagine del saggio offrono al lettore anche citazioni di libri e un elenco di film che aiutano a capire l’ adolescenza.
Antonella Arioli, dottore di ricerca in Pedagogia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, è docente di laboratorio presso la sede di Piacenza. Fa parte del gruppo “Eidos. Fenomenologia e Formazione” (coordinato da Vanna Iori) e del direttivo dell’ALÆF (Associazione di Logoterapia e Analisi Esistenziale Frankliana). Svolge attività di formazione rivolte ad insegnanti, educatori, genitori e, inoltre, in ambito aziendale. Temi privilegiati di approfondimento sono il disagio esistenziale giovanile, le dinamiche relazionali ed emotive nello sviluppo dei bambini e degli adolescenti. È autrice di vari articoli su riviste pedagogiche e saggi in volumi collettanei
Autori e curatori Antonella Arioli
Contributi Vanna Iori
Argomenti – Infanzia, adolescenza – Strumenti per educatori
Livello Testi per insegnanti, operatori sociali e sanitari
Dati pp. 208, 1a edizione 2013 (Codice editore 1930.11)
Tipologia: Edizione a stampa
Prezzo: € 25,00
Codice ISBN: 9788820423360
Disponibile anche in: E-book per PC, Mac e iPad

Giovedì con gli Autori 5° serata

La serata di giovedì 6 marzo ha concluso il ciclo invernale di Giovedì con gli Autori.Ospite lo scrittore e regista pegognaghese Fausto Bertolini.Accompagnato dall’editore Dario Bellini della Gilgamesh Edizioni che ha pubblicato il libro e dal maestro Matteo Cavicchini, ha presentato Telebordello, viaggio tra l’ronico e il grottesco all’ interno del mondo televisivo che l’ autore conosce a menadito per averlo frequentato personalmente come regista. Le sue parole hanno espresso quello che sta sempre sotto i nostri occhi, e cioè che la tv è un mezzo potentissimo in grado di modellare le menti a suo piacimento , di far diventare icone personaggi che solo per il fatto di stare dentro il tubo catodico diventano credibili agli occhi del pubblico anche se si tratta di individui dal losco comportamento.Gustosa la lettura di alcuni brani tratti dal libro; il fervore interpretativo di Dario Bellini ha trascinato il pubblico all’ interno del mondo sfavillante della televisione, rendendolo partecipe di fatti veri ma quasi incredibili che riguardano i volti noti della tv. La serata intrisa di aneddoti e battute ha avuto come contraltare l’esibizione poetica di Cavicchini che ha allietato gli spettatori con pezzi di Bach, Massenet, Satie, Chopin e Beethoven.
Fausto Bertolini nasce a Pegognaga (MN) nel 1944. Laurea in filosofia. Master in psicologia del profondo. Dopo i corsi di regia come auditore presso l’Accademia di arte drammatica del “Piccolo Teatro” di Milano, diretto da Giorgio Strehler, e presso il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, si dedica alla regia teatrale, televisiva e cinematografica. Ha diretto per un’importante emittente televisiva nazionale diversi servizi e documentari. È stato assistente di Fellini (Il Casanova) e di Bertolucci (Novecento). Con Mursia ha pubblicato L’angelo sulla credenza e L’amor non è polenta.
Titolo
Telebordello. Storie da far rizzare l’antenna
Autore
Bertolini Fausto
Prezzo
€ 10,20 Prezzo di copertina € 12,00 Risparmio € 1,80) sconto 15 %
Dati 2012, 184 p., rilegato
Editore
Gilgamesh Edizioni (collanaAnunnaki. Narrativa)
Disponibile in eBook a € 4,99     

Foto di gruppo della gita a Bologna

GITA A BOLOGNA E ALLA PINACOTECA NAZIONALE
Grande interesse e riscontro ha avuto la visita guidata alla città di Bologna e alla ricchissima Pinacoteca Nazionale organizzata dall’ Associazione Culturale Goito Online presieduta da Davide Moratello . Nella mattinata i numerosi partecipanti , goitesi e non, hanno potuto ammirare le bellezze della città felsinea, partendo dalla chiesa gotica di San Francesco per poi arrivare al centro storico , uno dei più estesi del mondo, con i suoi palazzi dalle pareti rosse , il Palazzo Comunale , l’ Archiginnasio , la basilica di San Petronio , il palazzo di re Enzo , le famose torri pendenti della Garisenda e degli Asinelli. Davanti alla fontana del Nettuno del Giambologna la tradizionale foto di gruppo.

Accompagnati dal responsabile culturale dell’ Associazione goitese Enzo Cartapati e da un’ esperta guida locale i partecipanti hanno anche potuto vedere alcune curiosità , quali il portone di Via D’Azeglio 15 ed il campanello del commendator Domenico Sputo , denominazione che celava ai curiosi l’ abitazione di Lucio Dalla , a due passi dalla sua Piazza Grande.
Nei pressi della basilica di Santo Stefano , nota come complesso delle Sette Chiese, un incontro casuale con Romano Prodi di ritorno da qualche acquisto vicino a casa.

Al pomeriggio , dopo aver avuto modo di assaggiare la cucina della “grassa” Bologna, due guide esperte e preparate hanno accompagnato i goitesi nelle molte sale della Pinacoteca Nazionale , ricca di opere di grande valore e di grandi artisti , a cominciare da Giotto per arrivare a Raffaello, Lorenzo Costa , il Parmigianino, il Redi , i tre Carracci e molti altri.
Una bella giornata d’ arte e di cultura in lieta compagnia , ed in cantiere vi è già un’ altra proposta dell’ Associazione sordelliana per il prossimo futuro , alla scoperta delle bellezze artistiche , storiche e paesaggistiche della nostra bella Italia .

2013

GITA A PAVIA ALLA MOSTRA DI MONET E ALLA CERTOSA

Grande interesse e ammirazione ha suscitato nei partecipanti, goitesi e non, la visita guidata alla mostra di Claude Monet allestita nelle Scuderie del Castello Visconteo di Pavia: l’escursione in terra pavese è stata organizzata dall’Associazione Culturale Goito Online presieduta da Davide Moratello. Apprezzato soprattutto la bellezza dei molti quadri esposti, provenienti da gallerie e da collezioni private di tutto il mondo, e l’allestimento della mostra, che comprende anche l’esposizione di lettere originali del pittore e dei suoi amici e familiari e alcune video-installazioni.

Foto di gruppo gita a Pavia

Foto di gruppo gita a Pavia

 

Prima della visita alla mostra di Monet c’è stato il tempo per una breve passeggiata nel centro della città, con visita al Duomo e alla stupenda Chiesa di San Pietro in Ciel d’Oro.

Nel pomeriggio i numerosi partecipanti hanno potuto ammirare la stupenda Certosa di Pavia, guidati da un simpatico monaco dell’annesso convento, un tempo di clausura.

Durante il ritorno a Goito i soci di Goito Online hanno promesso di organizzare altre iniziative nel prossimo futuro, alla scoperta delle bellezze artistiche, storiche e paesaggistiche della nostra bella Italia.  

 

CARA GAZZETTA TI SCRIVO

Goito 11/09/2013 

Nella prefazione del libro “Diario di guerra – da El Alamein alla tragica ritirata 1942-1943” di Vittorio Vallicella, pubblicato postumo qualche anno fa, una prefazione scritta a due mani con l’amico Sergio Banali, giornalista di solide origini goitesi ma trapiantato da tempo in quel di Varese, avevamo ricordato gli anni del dopoguerra, quando lo stesso Vallicella era segretario del Centro Zona della Federterra, un’associazione sindacale che curava gli interessi di coloni, mezzadri e affittuari di quattro Comuni: Goito, Marmirolo, Volta Mantovana e Roverbella:

“la sede era a Goito in un bel locale accanto all’osteria ironicamente detta del Magnamal. Alla domenica la sede goitese ospitava le riunioni dell’associazione, tra i collaboratori vi era anche un giovane geometra, la cui permanenza era utilizzata in particolare per assistere e consigliare gli iscritti nelle vertenze con i proprietari e negli eventuali problemi con le assicurazioni per i danni causati dal maltempo ed altro ancora. Quel giovane si chiamava Steno Marcegaglia “.

Mio padre Mario, affittuale di uno dei fondi della famiglia Moschini, che collaborava alla gestione della sezione della Federterra, mi parlava spesso di quell’esperienza, della passione e competenza di Steno, di cui serbava un ottimo ricordo e amicizia, mi raccontava che quasi tutte le domeniche lui e Vallicella dovevano spingere il ciclomotore Guzzi di Steno che non partiva mai: ho rivisto recentemente quel ciclomotore, a cui Steno era rimasto evidentemente molto affezionato, esposto nell’atrio del mega stabilimento Marcegaglia di Gazoldo.

Avevo accompagnato mio papà, alla fine degli ’70, ad un incontro molto commovente col suo vecchio amico Steno, ed ho scoperto in quell’occasione come Steno, diventato nel frattempo imprenditore a capo di uno dei maggiori gruppi industriali nel settore metalsiderurgico, avesse mantenuto la sua amicizia di un tempo, la semplicità. la sua grande predisposizione ai rapporti umani sia con i conoscenti che con i propri dipendenti, un attaccamento di cui sono stato testimone più tardi quando Steno, con tutta la sua famiglia, aveva voluto presenziare al funerale di un suo dipendente, il caro Luigi Negri, morto a seguito di un tragico infortunio sul lavoro, una dimostrazione di vicinanza alle persone e ai loro problemi per me più importante di ogni capacità professionale e imprenditoriale.
                                                                                                                                      Enzo Cartapati
MANTOVA. Cortocircuito fantastico. I lettori in carne, ossa e sentimento premiati dalla Gazzetta che ogni giorno offre loro una narrazione della realtà. Cortocircuito necessario perché il giornalista non scrive mai per se stesso ma per chi vuole leggerlo. E un giornale è tanto più forte quanto più mette al centro i suoi lettori, al di là della retorica, senza blandirli né snobbarli. E poi c’è la rubrica delle lettere al direttore, dove il rapporto si fa dialogo. Senza filtri, anche tra lettori e lettori. 

«Una rubrica che spazia dai temi nazionali ai problemi quotidiani, offrendo una miscela densa. Ogni giorno pubblichiamo due pagine molto vive e vere che sono la chiave del successo del nostro giornale» per dirla con il direttore Paolo Boldrini. Che da quest’anno ha deciso di accorciare ulteriormente la distanza, premiando le lettere più belle con un libro. Parole in cambio di parole. Altro cortocircuito, d’inchiostro e passioni.

L’iniziativa è un assaggio delle celebrazioni per il 350° anniversario della Gazzetta, il giornale più antico d’italia, che ha la testa nel futuro e le gambe nella Storia. Il compleanno scoccherà il 1° gennaio, ma in piazza Mozzarelli è già festa. La festa dei lettori. Così per i sei premiati di questa prima edizione 2013 (ne seguiranno altre), che insieme compongono un bel ritratto di famiglia. L’album è il nostro, con il suo largo campionario sentimentale. Rabbia, speranza, indignazione.

C’è Enrica Traldi, in guerra contro la burocrazia, come se già non bastasse la malattia. L’alternativa è da brivido, o le terapie o lo stipendio. Enrica è una malata oncologica («parola difficile da pronunciare»), battagliera e aggrappata alla vita. Lavora in una casa di riposo e ha bruciato tutti i suoi giorni di malattia: morale, quando resta a casa per curarsi le sforbiciano la paga dal 60 al 90%. È indignata, la signora Traldi, ma sorride al giornalista e scrittore Pier Vittorio Buffa che le consegna il suo ultimo libro “Io ho visto” (Nutrimenti).

Enzo Formizzi voleva soltanto fare il falegname. Ed è ciò che fa, con premura d’artigiano, ma tra volontà e passione si apre il dirupo della burocrazia. «Forse era meglio rimanere dipendente» scrive Formizzi in coda alla sua lettera. Lettera ripresa dal Giornale di Sallusti, che l’ha pubblicata pari pari ma a firma di un altro mantovano. Un lettore disinvolto in materia di copia e incolla. A Formizzi va il libro sulla “Cartiera Burgo” (Negretto) di Lida Beduschi e Giancorrado Barozzi. Volume denso di voci e storie da un luogo della memoria: la fabbrica sospesa è chiusa da dieci mesi. «Stiamo lottando per riconquistarci il lavoro» scandisce il delegato sindacale Gian Paolo Franzini. Dando fiato alla resistenza di 188 operai.

C’è il prof Egidio Lucchini che cita don Milani e si confessa avvilito per questa Italia ultima della classe, schiacciata al fondo della classifiche mondiali sull’istruzione. Il tonfo fa male. Il filo della speranza ce l’hanno in pugno i bambini e gli adulti che devono insegnare loro a non ingarbugliarlo in rassegnazione. Come la maestra Chiara Brioni che ritira il premio a nome di tutti gli alunni della IV D della scuola elementare di Montata Carra. Classe multietnica dove si semina la cultura del rispetto e si raccolgono filastrocche come quella pubblicata dalla Gazzetta. «Abbiamo la pelle di tanti colori, ma ragioniamo con i nostri cuori».

È la stessa grammatica della tenerezza che orienta i gesti di Ermetina Formis Corradi, 75 anni. La sua invettiva contro Berlusconi è una carezza che ha la forza di uno schiaffo: scrive del marito con cui ha vissuto per 58 anni e che ancora bacia la sera, prima di addormentarsi. «Questa è la vita vera, signor Berlusconi, lei la conosce?». Confessa Ermetina che per lei la scrittura è come un geyser, le serve a sbollire la rabbia. Il suo antiberlusconismo è talmente candido da strappare un applauso trasversale che percorre la sala affollata.

Premio doppio per Enzo Cartapati, già sindaco di Goito, che ha voluto condividere la sua dedizione al cuore grande del cavalier Steno Marcegaglia. Dedizione familiare, impastata all’affetto di Cartapati per suo padre. Il cerchio si chiude con la stretta di mano di Antonio Marcegaglia che, insieme al libro scelto dalla Gazzetta, gli consegna a un dvd con l’intervento di Steno durante la cerimonia per la laurea honoris causa in ingegneria. «Un grande uomo legato alla sua grande famiglia».

Igor Cipollina

MOSTRA DI PITTURA E FOTOGRAFIA

Domenica 14 Aprile alle ore 10.30, presso la Torre Civica di Goito avrà luogo l’inaugurazione della Mostra di Pittura e Fotografia di Teresa Restori e dei fotografi del Gruppo Goito Online.

Originaria di Rodigo ma residente da molti anni a Goito, Teresa Restori ha cominciato a dipingere nel 1973. Osservando un quadro del pittore naif Fiorini, si è appassionata a questo genere fino a far diventare una semplice curiosità iniziale molto di più che un semplice hobby. Aiutata dall’amico e maestro Armando Peroni, sono arrivate di conseguenza le prime mostre ed i riconoscimenti anche da parte dei colleghi. Fernando Gutierrez Y Velasco, noto pittore anche lui di Goito, di lei ha detto: “La Restori traduce i propri stati d’animo inerenti alla realtà, avvertita in tutte le sue sfumature; il grado di maturità dell’artista è facilmente riscontrabile anche ad una prima, rapida lettura. Il buon naif è colui che sapendo ben dipingere, lo fa con candore in un modo così apertamente dichiarato da sembrare una favola troppo bella”. Il tempo ha portato variazioni nello stile della pittrice goitese avvicinandola al mondo della natura delle campagne mantovane; fiori, nature morte e paesaggi dipinti con una carica di colore straordinaria. La sua tecnica, rimasta immutata nel tempo, laMostra porta ad eseguire tutti i suoi quadri ad olio ed alcuni hanno finiture riportate a spatola. Significativa la sua presenza nel volume “Pittori Scultori, Incisori nella Mantova dell’900” che parla della sua pittura naif (Autore Adalberto Sartori). Molteplici, naturalmente, le partecipazioni ad estemporanee collettive e concorsi, a cui ha partecipato riscuotendo notevoli consensi.

Insieme a Teresa Restori esporranno anche i tredici fotografi “en plein air” usciti dal secondo corso organizzato dall’Associazione Culturale Goito Online, grazie alla preziosa e costante opera del socio Remo Villagrossi, pure lui appassionato di fotografia, in collaborazione con la Biblioteca Comunale e la competente direzione di Stefano Malacarne, pittore e fotografo mantovano, un vero artista a tutto tondo. Questi i nomi dei partecipanti al corso e all’esposizione: Paola Mangiagalli, Mauro Di Padova, Stefano Vitale, Lorenzo Truzzi, Damiano Vioni, Alberto Galvanin, Lorenzo Vighi, Margherita Carletti, Caterina Breda, Matteo Biancardi e Remo Villagrossi. Tredici appassionati dell’arte fotografica che, coordinati dal loro infaticabile maestro Stefano Malacarne, hanno messo in pratica l’abilità acquisita e la loro fantasia innata domenica 13 gennaio scorso, scandagliando i volti e i personaggi che tutte le domeniche animano il tradizionale e storico mercato goitese. In mezzo alla gente che si accalcava sui banchi di abbigliamento o della frutta e verdura di stagione, che riempiva la chiesa o i locali della città sordelliana, alla ricerca di un’inquadratura d’effetto, di un volto espressivo. Dopo il primo corso, infatti, organizzato nel 2011 col titolo “Immagini ed Emozioni”, il secondo, terminato lo scorso mese di novembre, aveva per titolo “Dalla base all’Emozione”. E proprio l’emozione che hanno provato i neopromossi fotografi percorrendo in lungo e in largo il centro di Goito è stata la principale fonte d’ispirazione dei loro scatti. Una giornata ricca di spunti artistici e foriera di ulteriori occasioni di incontri e di confronti. 

Marco Dallabella

LA BICICLETTATA DELLA REPUBBLICA

Biciclettata della Repubblica organizzata dall’Associazione Culturale Goito Online, presieduta da Davide Moratello, perfettanmente riuscita: una trentina i ciclisti che si sono dati appuntamento alla piazza della Rocca, sede un tempo del famoso Castello di Goito, come spiegato dalla studiosa di storia locale Fede Messedaglia prima della partenza.La gita ha interessato la vallata del Mincio, con l’attraversamento della frazione di Torre, la Costa della Signora, con una sosta alla chiesetta campestre dell’Angelo Custode, costruita nel 1700 come ex-voto dopo la peste.

E poi arrivo nella frazione di Cerlongo per finire alla chiesetta della Madonnina di Mezzacampagna, tra Cerlongo e Cereta in quel di Volta Mantovana, un pregevole oratorio pubblico dedicato alla Madonna del Carmelo.

Chiesetta della Madonnina di Mezzacampagna

Alla fine dell’interessantissima esposizione del professor Codurri, pittore di Cereta, per molti anni insegnante di educazione artistica nelle scuole medie di Goito, l’Associazione Goito Online ha offerto ai partecipanti un ottimo rinfresco a base di pane e salame casalino nel parco annesso alla chiesa, e poi ritorno in quel di Goito, con la promessa di ripetere in futuro l’interessante iniziativa con scopi culturali e ricreativi.

 

2012

GIORNATA DEL PAESAGGIO

Domenica 16 Settembre 2012 si è svolta la “Giornata del paesaggio”, una giornata dedicata alla scoperta dei “tesori nascosti” del paesaggio mantovano. Durante l’evento i partecipanti hanno percorso un tragitto partendo dal Lungomincio Marconi-Arimanni, e poi lungo alla pista ciclo-pedonale di Sacca fino alla Corte Grande, dove è stato possibile ammirare la quercia secolare che vi dimora.

I partecipanti alla “Giornata del paesaggio”.

 

PUBBLICAZIONE DEL LIBRO “IL NOVECENTO NELLA TERRA GOITESE” 

Una raccolta fotografica del XX secolo nelle nostre terre.

La copertina del libro “Il novecento nella terra Goitese”.

 

MOSTRA DELL’ESERCITO AMERICANO

La locandina della mostra.

 

MILANO – SERATA IN MEMORIA DELL’ARTISTA GOITESE GIORGIO SCAINI

Si è tenuta recentemente a Milano, presso il Museo della Permanente di via Turati, una commovente commemorazione dello scultore di origini goitesi Giorgio Scaini, prematuramente scomparso il 18 gennaio dell’anno scorso.
Foltissimo il pubblico presente, a testimonianza dell’apprezzamento e della stima di tutti coloro, artisti e non, che hanno avuto la fortuna di conoscere Giorgio, di apprezzarne la naturale bontà e umanità, il profondo senso di amicizia e le strordinarie doti di artista. Di questo hanno parlato il critico d’arte Luca Pietro Nicoletti, il suo collega di studi prima e di insegnamento poi Pino Di Gennaro: Scaini per molti anni ha ricoperto, con grande passione e serietà, l’incarico di insegnante presso l’Istituto d’Arte di Cantù, presso la Scuola d’arte del Castello Sforzesco di Milano, presso la Sezione Orafi dell’Umanitaria e, dal 1975 al 2000, anno del suo pensionamento, presso il Liceo Artistico Statale di Brera. Emozionanti i ricordi personali del suo amico Marzio Castegnedi.
Tutti i relatori, e tutti gli interventi dei presenti, hanno messo in risalto, oltre alla grandezza dell’artista, la sua bontà d’animo, la sua timidezza, la sua predisposizione ai rapporti umani, la sua curiosità verso il mondo e la vita. “Giorgio è stato uno degli uomini più buoni che abbia conosciuto nella mia vita” ha scritto Castagnedi nel libretto consegnato ai presenti nell’occasione.
Giorgio era nato il 24 luglio 1940 a Goito, figlio del pittore Francesco e di Leandra Traldi, appassionata violinista: i genitori erano ritornati a Goito in cerca di un po’di pace subito dopo che Mussolini aveva dichiarato la guerra, intuendo la follia che stava montando in Europa e nel mondo.
Il padre Francesco si era trasferito a Milano all’inizio degli anni trenta, dedicandosi alla pittura e partecipando attivamente alla vita artistica milanese segnata dalla genialità di personaggi come Marinetti, Carrà, Funi, Marini, Minguzzi e molti altri. Una famiglia di artisti gli Scaini: oltre al padre Francesco, valente pittore al quale il Comune di Goito ha dedicato un’importante mostra nell’ambito delle Manifestazioni Sordelliane nel 1997, anche lo zio Antonio, dopo aver studiato a Mantova e Milano, a Torino si era dedicato alla pittura, mentre lo zio Adelelmo, conosciuto a Goito con il nome di Gino, era stato studente alla scuola del Castello a Milano, dove tra le altre cose si era dedicato alla professione di giardiniere, professione che era stata anche del padre Angelo a servizio dei Moschini a Goito.
Una famiglia dedita dunque all’arte, che contribuì in modo determinante alla formazione di quel clima artistico che negli anni trenta-quaranta caratterizzo’Goito e l’Alto Mantovano e che vide tra i protagonisti artisti come Giuseppe Fierino Lucchini, Aldo Bergonzoni, Guido Resmi, Aldo Malerba, Ermanno Pittigliani, Ezio Mutti, Angelo Del Bon e molti altri ancora e lo straordinario apporto di intellettuali a tutto tondo come il goitese Emilio Faccioli.
Negli anni del Liceo Artistico, che Giorgio frequenta a Brera dal 1954 al 1958, ha come insegnanti pittori e scultori validi come Silvio Consadori, Francesco De Rocchi, Floriano Bodini, Eros Pellini e Ivo Soli: con quest’ultimo collabora nel 1962 nell’esecuzione della grande statua dedicata al poeta Carlo Porta, commissionata dal Comune di Milano e che tuttora si può ammirare al Verziere di piazza Santo Stefano a Milano. Nel 1958 si iscrive all’Accademia di Brera e ha come insegnanti gli scultori Francesco Messina e Enrico Manfrini. Nello stesso anno consegue l’abilitazione all’insegnamento del Disegno e della Storia dell’Arte, professione che esercita con passione fino al pensionamento.
In conseguenza dei suoi viaggi di studio in Italia e all’estero, in particolare quelli in Grecia ed Egitto, viene a contatto diretto con opere scultoree realizzate in legno e in terracotta, materiale che lo affascinerà in modo determinante nella sua ricerca artistica.
Dal 1963 al 1975, dopo aver conseguito le abilitazioni all’insegnamento delle Discipline Pittoriche e plastiche, è docente presso l’Istituto Statale d’Arte di Cantù in Educazione alla visione e in Plastica ed è poi invitato ad insegnare presso la Scuola Umanitaria nella sezione riservata agli “Orafi” ed in seguito anche presso la Scuola Serale del Castello di Milano.
Sotto la direzione di architetti e ingegneri ha realizzato molte opere che sono collocate in ambienti e luoghi pubblici come cappelle, chiese, sedi di Comuni e banche.
Rilevante è anche la produzione ritrattistica che gli è stata particolarmente congeniale e che ha sempre interessato la sua attività di scultore, attività che ha avuto molti riconoscimenti ed apprezzamenti, tra cui la mostra a lui dedicata dal Museo Fondazione Luciana Matalon di Milano qualche anno fa.
Tra i riconoscimenti più importanti per lui è da annovare sicuramente la mostra antologica organizzata dal Comune di Goito nel 1996, nell’ambito delle Manifestazioni Sordelliane, con la competente cura e regia dell’allora vicesindaco, nonchè responsabile dell’Area Figurativa del Comitato Sordello, Eristeo Banali.
Alla commemorazione di Milano è intervenuto anche l’ex-sindaco di Goito, Enzo Cartapati: al paese sordelliano Giorgio è sempre rimasto molto legato, a Goito capitava spesso, ospite della cugina Luisa Cominotti, alla quale era legato da sincero e profondo affetto. Cartapati ha ricordato la bellissima mostra antologica che il nostro paese ha organizzato in suo onore nel 1996: pregevole il catalogo che era stato pubblicato in quell’occasione con i contributi, oltre che di Cartapati e Banali, dei critici d’arte Franco Migliaccio, Francesca Pensa e Giorgio Seveso.
Alla Permanente di Milano Cartapati ha ricordato soprattutto il bel rapporto di amicizia nei confronti di Giorgio e della moglie Graziella, sua musa ispiratrice, sua compagna inseparabile, a cui va sicuramente una parte di merito per la produzione artistica di Giorgio, nella quale predomina la figura femminile in tutte le sue sfaccettature, le emozioni, la leggerezza dell’essere e del vivere. Graziella ha manifestato la volontà di lasciare alcune opere del marito al suo paese natale, a Goito: e il Comune di Goito ha ora l’obbligo morale di trovare degna sistemazione a questo importante lascito.
Di una delle sue opere, dal titolo “La cantante”, Giorgio Scaini ha voluto fare omaggio, nel 1996, all’amico Cartapati, il quale ha sottolineato, non senza un momento di forte commozione, come, guardando quell’opera, tutti i giorni, il suo pensiero va a Giorgio e Graziella, insieme. 

2011

CORTOMETRAGGIO DELLA 150° BATTAGLIA DI GOITO 

  

COPPA ITALIA 2011 – TAMBURELLO – COPPA ITALIA OPEN

AL VIA MERCOLEDI’10 AGOSTO A GOITO (Mantova)

Si è svolta sabato scorso, nella splendida cornice del Parco delle Bertone di Goito, la conferenza stampa di presentazione della Coppa Italia 2011, in programma a Goito dal 10 al 15 agosto e che prevede al proprio interno la disputa della XXXII Coppa Italia di serie A – VII Memorial “Walter Toschi”, già Presidente Federale che ha dedicato la sua vita alla promozione del nostro sport, della XI Coppa Italia di serie A femminile, della VI Coppa Italia di serie B maschile, della III Coppa Italia di serie B femminile e delle finali del Trofeo “Enzo Spezia” nelle categorie juniores maschile e femminile e allievi maschile.
Da quest’anno alla Coppa è abbinato anche il Trofeo Angelo Ferrando, indimenticato Dirigente ed Amico del Tamburello. A fare gli onori di casa il presidente del sodalizio goitese Franco Casali, con il sindaco di Goito, Anita Marchetti e l’Assessore allo Sport Albino Cortellazzi, a rappresentare la Provincia di Mantova, il neo Assessore allo sport, Francesca Zaltieri e per la Federazione il Presidente nazionale, Emilio Crosato, con il Presidente della Commissione Tecnica Arbitrale, Mosè Boglioni ed il Presidente del Comitato Regionale Lombardia, Enzo Cartapati.

Sponsor della Manifestazione il Grana Padano e la Cassa Padana.

L’apertura ufficiale della manifestazione sarà mercoledì 10 agosto alle 15,30 e subito a seguire si disputerà il primo quarto di finale di serie A (abbinamenti sorteggiati alla presenza delle società partecipanti presso lo sferisterio di Goito giovedì 28 luglio scorso) tra le veronesi Sommacampagna e Monte; in serata la vincitrice della regular season Callianetto affronterà il Solferino.
Dedicata alla massima serie anche la giornata di giovedì, con il Medole che nel pomeriggio affronterà la detentrice del titolo della passata stagione Mezzolombardo; in notturna a chiudere Carpeneto – Malavicina. 
Il venerdì vedrà confrontarsi le formazioni di serie B, con il derby mantovano Castellaro-Castiglione nel pomeriggio e la sfida Goitese – Filago Marne in notturna.
In questa edizione della Coppa Italia, a livello di serie A e B maschile, verranno sperimentate misure del campo diverse, il terreno di gioco sarà infatti allungato di 4 metri e allargato di 2, decisione presa dalla Commissione Tecnica federale, assieme alle società nella riunione di gennaio.
Sempre venerdì pomeriggio, sul campo di Ceresara, verranno disputate le semifinali di serie A femminile tra Sabbionara e San Paolo d’Argon e Monalese e Pieese; a Cavriana invece la serie B, con Pieese – Sommacampagna e Monalese-Settime.
Sabato 13 si inizierà al mattino con la finale del Trofeo Enzo Spezia, categoria juniores femminile, tra Trentino e Piemonte, mentre al pomeriggio sarà la volta della prima semifinale di serie A maschile, che vedrà opposte la vincitrice di Sommacampagna-Monte contro quella tra Carpeneto e Malavicina; alle 21, in campo la vincente di
Callianetto – Solferino contro quella tra Medole – Mezzolombardo.
Domenica finale allievi maschile del Trofeo Enzo Spezia tra Piemonte e Trentino al mattino e finali femminili di serie B e serie A al pomeriggio. Alla sera Coppa Italia di serie B maschile.
Gran finale lunedì, giorno di Ferragosto, con Lombardia-Trentino per gli juniores maschile al mattino e la finalissima della Coppa Italia di serie A maschile al pomeriggio. 
Seguiranno le premiazioni delle squadre.

Giovanni Crosato 

2010

MATTIOLI & MATTIOLI

Estate finita, ok. Però il clima continua a essere caldo per gli appassionati di auto d’epoca, per i patiti della regolarità e per quelli che non si perdono un raduno di marca. Tra questi spicca una coppia di mantovani Mattioli-Mattioli, padre (Eliseo) e figlio (Flavio) residenti a Goito, i quali hanno partecipato lo scorso week end, unico equipaggio virgiliano, al 23° Giro delle Calabrie: gara di livello nazionale valevole per il Super Trofeo Asi 2010. I due provetti corridori, hanno alle spalle ottimi piazzamenti in manifestazioni importanti sia a livello locale che regionale, sono arrivati secondi della loro categoria e quarti assoluti dietro a mostri sacri come Aghen o Canè, vincitore della Mille Miglia e Passanante, re indiscusso dell’ultimo Gran Premio Nuvolari. Mattioli-Mattioli, i due hanno gareggiato su una Giulietta 1800 del 1979 e sono iscritti all’Amans “Tazio Nuvolari”, hanno tenuto alta la bandiera virgiliana in terre di Calabria percorrendo più di 250 chilometri, toccando le coste del Tirreno passando per la bella Tropea per arrivare al mar Ionio. Prossimo appuntamento è quello di fine ottobre a Frosinone al Giro della Valle dell’Iri, dove padre e figlio si giocheranno, o meglio “si correrranno”, il tutto per tutto.

Flavio ed Eliseo Mattioli.

 

GITA A REGGIO – GOITESI NELLE TERRE DI MATILDE DI CANOSSA

Il gruppo di “Goito On Line” davanti all’ingresso del castello di Canossa.

Cinquanta goitesi nelle terre di Matilde di Canossa: organizzata recentemente dall’Associazione “Goito On Line” la comitiva mantovana, guidata dal presidente dell’Associazione Davide Moratello e dal responsabile culturale della stessa Enzo Cartapati, ha potuto apprezzare, soprattutto grazie alla competenza e alla piacevolossima esposizione della guida locale, il dottor Mario Bernabei, responsabile dell’Associazione “Andare a Canossa”, la visita al castello di Montecchio Emilia, i suoi affreschi, le ceramiche rinascimentali, le prigioni storiche e il sepolcreto matildico.
Emozionante poi l’arrivo a Canossa, con la stupenda vista sulla pianura reggiana e i resti del castello in cui ebbe origine la storia della famiglia di Matilde, signora di gran parte dell’Italia centrale e settentrionale, dal Lazio a Volta Mantovana e al basso Garda: sulle rampe di quel castello l’imperatore Enrico IV dovette attendere tre giorni al freddo e al gelo prima di poter entrare e ottenere il perdono di papa Gregorio VII grazie all’intercessione di Matilde. Notevoli tra l’altro i legami tra Matilde e il mantovano, dove la grancontessa è sepolta nell’abbazia di San Benedetto Po.
Nel pomeriggio, dopo il pranzo, visita al castello di Rossena, molto meglio conservato di quello di Canossa.
Sulla via del ritorno un’interessante ed apprezzata fermata per l’ultima visita, quella ad uno dei tanti prosciuttifici di Ciano d’Enza, degna conclusione di una gita che ha riscosso il plauso ed il consenso dei partecipanti e che è stata ideata ed organizzata grazie alla collaborazione di Pietro Carboni, ex sindaco di Montechiarugolo e amico d’infanzia del goitese Augusto Schianchi, originario anch’egli del comune parmense di Montechiarugolo. 

2009

SERATA COL MAESTRO 

Sabato 27 giugno, 22 alunni di scuola elementari, classe 1951 e 1954, si sono ritrovati per la seconda volta con il loro maestro delle elementari Giuseppe Testa. Un’emozione comune ha accompagnato la cena, i ricordi hanno riempito la sera e per un attimo hanno spazzato via quasi 50 anni. Siamo ritornati un po’tutti alunni e con grande commozione abbiamo ascoltato il nostro caro Maestro, i suoi e nostri ricordi. Un maestro che ha lasciato in tutti noi non solo grammatica, tabelline e nozioni di storia, ma ha rinnovato in noi il valore dell’amicizia, del rispetto delle cose e degli altri, l’amore per il prossimo e il valore dei ricordi. Senza di quelli, dice il maestro Testa, non ci sarebbe nessun presente e nessun futuro. Grazie maestro alla prossima.

Wilma Sega

Una foto di gruppo con il maestro al centro.

 IL MAESTRO

Scorre leggera la mano
sfoglia memoria di giorni
lasciati a spensierate risate.

Dove nidificare ancora
e riscoprire desideri mossi
dal vento leggero della scuola.

Anni rincorsi sui volti segnati
da sentieri diversi di vita,
pennellati dallo stesso seme di cultura,
ai margini della strada.

Apprendere e imparare dalla terra
e dalle sue creature era l’armonia
del tuo vivere, a noi
hai regalato entusiasmo e stupore.

Di te è ancora memoria,
nei nostri ricordi e
la tua voce risuona nella sera.

I compagni persi, sono scintille di luce
che illuminano una piccola presenza di cielo,
ascoltano il nostro sguardo.

che il vento strappi
la passione dalle mani
vogliamo ancora portare linfa di gioventù
al nostro presente e trattenere faville
di luce nel cuore.

poesia di Wilma Bertasi “Il canto dell’anima” 15/09/2007

 

LA II EDIZIONE CAMMINANDO INSIEME 

Unità pastorale Mincio in collaborazione con: Amministrazione Comunale e Pro Loco Di Goito, Avis Cerlongo, Avis Goito, AIDO Goito, Goito on-line, Polisportiva San Luigi Goito, A.S.D. Sporting Cerlongo, Tennis Club Goito, A.C. GOITO, Bocciofila Cerlongo, Gruppo giovani mamme di Cerlongo, Gruppo Parrocchiale di Vasto, Gruppo Giovani Oratorio di Goito.

Il 17 maggio 2009, si è svolta la II edizione di “Camminando insieme”. L’oratorio di Goito e varie associazioni del territorio hanno organizzato una passeggiata invitanto tutti, famiglie e amici, della nuova unità pastorale. Il punto di ritrovo era nella piazza San Pio X di Cerlongo davanti al castello e circa 300 persone si sono presentate alle 15:30 sfidando il sole cocente. Il tema della camminata era ‘Combattiamo la povertà, costruiamo la pace’e prima di partire, tutti in cerchio, Don Massimo ha proposto un attimo di riflessione sul rapporto pace e povertà. Con in mano una bandierina colorata con la scritta ‘Costruiamo la pace’, si parte diretti verso Vasto con il parroco Don Amedeo Messedaglia, in tenuta ginnica, all’inizio del lungo serpentone che si è snodato per la strada tra i campi coltivati.

Una foto del corteo che ha partecipato alla camminata.

Il sole era caldo, ma per fortuna verso la metà del percorso la famiglia Zantedeschi ha ospitato i partecipanti che si sono potuti dissetare con bibite ed acqua offerti dalla Proloco. 
Tra i partecipanti vi erano anche gli amici dell’Anfass con i loro accompagnatori, mamme con i loro bambini nei passeggini.

Anche qui, prima di ripartire, vi è stata un’altra breve riflessione proposta dagli amici dell’Avis, poi si è ripreso il cammino verso la Chiesa di Vasto.
Anche le nostre suore, a passo spedito, camminavano per raggiungere la meta, che si è fatta vedere sullo sfondo dopo una curva, e così tutti con maggior coraggio hanno affrontato l’ultimo tratto di strada.
La bella chiesa di Vasto ha accolto tutti un po’stanchi e accaldati, per un momento di preghiera: Don Amedeo, Suor Saura e Suor Filomena hanno letto alcuni brani tratti dal documento scritto da Papa Benedetto XVI sulla pace.

Non poteva poi mancare una preghiera ed una canzone accompagnata dalle chitarre di Don Fabio e Vito per ricordare quelli che non hanno potuto partecipare per problemi di salute e per i sacerdoti e i diaconi che verranno ordinati nel corso dell’anno.
Dopo la benedizione, tutti sul sagrato della chiesa per mangiare panini e dolci preparati dai volontari di Vasto insieme a quelli di Cerlongo e Goito, e poi non poteva mancare un buon risotto per raccogliere un piccolo contributo per le famiglie bisognose e in difficoltà della nostra comunità. 

I partecipanti, chi a piedi, chi in macchina, hanno poi fatto ritorno verso le proprie case, contenti di aver trascorso un pomeriggio di fraternità.  

GOITO – PRESENTAZIONE DEL LIBRO “DIARIO DI GUERRA” DI VITTORIO VALLICELLA

Pubblico delle grandi occasioni quello che ha affollato le Aule Polifunzionali di Goito qualche sera fa per la presentazione del libro “Diario di guerra – da El Alamein alla tragica ritirata 1942-1943” scritto dal goitese Vittorio Vallicella e pubblicato, purtroppo postumo, dalla Casa Editrice Arterigere di Mario Chiarotto di Varese.
Grande la commozione dei figli di Vittorio, Nadia e Maurizio, quest’ultimo gestore, come in passato il padre, della storica edicola di piazza Sordello a Goito; commosso anche il coordinatore della serata Enzo Cartapati il quale, introducendo i lavori e i relatori, ha ricordato la promessa fatta a Vittorio, ormai gravemente ammalato, qualche mese prima della sua scomparsa, avvenuta nel 2005, di interessarsi affinchè il suo “prezioso” manoscritto potesse finalmente vedere la luce.
Nel libro sono riportati i ricordi personali, quasi giorno dopo giorno, di Vittorio, autista della Divisione “Trento”, dalla riconquista di Tobruk alle battaglie di El Alamein fino alla ritirata nel deserto, alla prigionia in Marocco ed al ritorno a casa nel 1947, ben due anni dopo la fine del conflitto mondiale. Vallicella racconta, da soldato semplice e con linguaggio semplice, i terribili giorni passati in Africa settentrionale, quando l’esercito italiano, dotato di mezzi, viveri e medicinali insufficienti, diede prova di grande abnegazione e impegno in una massacrante, logorante e sanguinosa battaglia contro gli inglesi e i loro alleati.

Del libro hanno parlato in particolare lo scrittore, già giornalista dell’Unità, Sergio Banali, autore tra l’altro della prefazione al libro stesso assieme a Enzo Cartapati: Banali ha ricordato il grande attivismo di Vallicella, il suo instancabile impegno nel sindacato dei contadini come responsabile territoriale della Federterra negli anni del dopoguerra e poi quello politico come attivista del PCI e come amministratore locale che lo aveva portato a ricoprire le cariche di consigliere comunale e poi di assessore e vicesindaco. Ne ha ricordato anche l’impegno lavorativo, prima come contadino affittuale e poi come titolare dell’edicola di piazza Sordello e successivamente anche di una cartolibreria nella quale, tra l’altro, era stato presentato il primo libro scritto da Edgarda Ferri.
Alla serata, organizzata dall’Associazione Goito Online, rappresentata da Cartapati e dal presidente Davide Moratello, con la collaborazione dell’Amministrazione comunale di Gotio, rappresentata dall’assessore alla pubblica istruzione e alla biblioteca Remo Pagani, è intervenuto anche Carlo Scardeoni, consulente editoriale della Casa Editrice varesina, che ha ricordato l’iter travagliato della pubblicazione del libro, rammaricandosi che lo stesso si sia concluso dopo la scomparsa dell’autore.
Alla fine sono intervenuti i figli di Vittorio, Nadia e Maurizio, i quali, vincendo la forte commozione, hanno voluto testimoniare il grande attaccamento del padre alla famiglia e ringraziare quanti hanno contribuito a vedere realizzato il suo grande, ultimo desiderio.
Presenti in sala, oltre ai figli e nipoti, anche alcuni scrittori e storici locali, quali il gen. Armando Rati, i marmirolesi Learco Zanardi e Livio Galafassi e il veronese Giovanni Tenca, e numerosi amici e conoscenti di Vittorio Vallicella che hanno plaudito all’iniziativa.

Il pubblico della presentazione del libro.

 GOITESI A GENOVA IN OCCASIONE DELLA MOSTRA DI FABRIZIO DE ANDRÉ

I volti che hanno partecipato alla gita.

Interessante e assai apprezzata la gita a Genova organizzata dall’Associazione “Goito On Line” in occasione della mostra sul cantautore e poeta Fabrizio De André.
All’interessante e coinvolgente mostra, che il Comune di Genova e la Fondazione De André ha organizzato, nei sotterranei di Palazzo Ducale, in occasione della ricorrenza del decennale della morte del cantautore genovese, è stata dedicata l’intera mattinata: megaschermi, installazioni video e speciali postazioni interattive hanno permesso al gruppo goitese di approfondire le tematiche care a Fabrizio, quali l’amore, le donne, la guerra, la libertà, l’anarchia, gli ultimi e naturalmente la sua città, Genova. E proprio alla visita guidata al centro storico della città di Genova, alla cattedrale di San Lorenzo, ai palazzi dei Rolli, e soprattutto ai vicoli e alle zone care a De Andrè, quali il porto e la leggendaria Via del Campo, è stato dedicato invece l’intero pomeriggio.

Una bella giornata, ricca di emozioni, di musica e di cultura, che ha pienamente soddisfatto i partecipanti all’iniziativa organizzata in modo impeccabile dall’Associazione Goito Online. 

2008

NEW YORK CLASSIC MARATHON – Alberto ed Ilario a New York

La maratona di New York è la classica corsa a piedi divenuta quasi un’istituzione che da il “brevetto” di Maratoneta a chiunque sia riuscito a concluderla. Ogni anno sono circa 37 mila i partenti ammessi e quote diverse vengono assegnate agli atleti degli altri stati. L’Italia partecipa con circa 3.000 atleti di cui un decimo consegue il diritto al pettorale per merito dei tempi ottenuti nelle gare dell’ultimo anno. La Lombardia ed il Lazio sono le due regioni che portano il maggior numero di iscritti, ma ogni regione è rappresentata.
L’anno 2008 vedrà alla partenza anche due giovani Goitesi: Alberto Cestrone e Ilario Salvaterra. Per loro, già impegnati durante la giornata lavorativa sino alle ore 19.00 circa, si è aggiunto da febbraio un extra di circa due ore di corsa di allenamento per cinque giorni ogni settimana.
Notevoli le difficoltà incontrate e superate a cominciare dagli orari post lavoro serali, da qualche piccolo infortunio, allenamenti di lunga durata, alimentazione e quindi stile di vita salutistico per tutte le 24 h. Ormai hanno raggiunto un livello di preparazione pari al 75% del piano programmato e nell’ultimo mese prima del 2 novembre 2008 completeranno la giusta preparazione per affrontare con rispetto e consapevolezza la maratona in un posto incantevole quale è la grande mela (NEW YORK).

I maratoneti Goitesi.

La spedizione è sostenuta da un grande appassionato di corsa: Thomas Buzzacchetti (Assessore Urbanistica e Territorio del Comune di Goito), il quale ha incoraggiato la partecipazione al grande evento appena ha sentito notizie circa i risultati conseguiti in gare importanti dai due atleti Goitesi.
Con loro ci saranno Erika (moglie di Ilario), Daniela (moglie di Alberto) e ha confermato la sua presenza l’On. Prof. Pietro Marcazzan che coglierà l’occasione per incontrare il Dottor Rosa Gabriele (già relatore a Goito per lo sport). Il Dottor Rosa annovera nel suo Team il due volte vincitore della maratona di New York, Martin Lel.

Infine un sentito ringraziamento a coloro che hanno sostenuto moralmente e concretamente questa idea che ci porta idealmente e nuovamente ad abbracciare l’America dopo l’indimenticato 11 settembre 2001.

Ottimo esordio nella maratona di NewYork dei goitesi Alberto ed Ilario. Di più di quanto si possa immaginare è la trasformazione della grande metropoli in occasione della maratona a cui sono presenti runners concorrenti di centododici stati.
Sin dall’imbarco in aereo con destinazione New York l’atmosfera ti avvolge e si appalesa la rilevanza dello straordinario appuntamento nella Grande Mela.

Conosci già a bordo altri partecipanti all’evento e i loro accompagnatori. Si scambiano da subito fugaci impressioni sui lunghi 42,2 kilometri attraverso i cinque quartieri della città (Isola – Broadway – Queens – Bronx – Manhattan). In tutti si coglie curiosità, trepidazione e aspettative di buon andamento e un conforto reciproco unito ad una buona dose di adrenalina per riuscire nell’intento primario di raggiungere il tappeto del traguardo.

All’aeroporto JFK in America ci accoglie una macchina organizzativa efficiente.
I due goitesi i giorno della gara si devono preparare con 5 ore di anticipo per raggiungere il luogo della partenza, posto in Staten Island all’inizio del Ponte del Verrazzano, e lì attendere le ore 10:00 per lo start.

In quella mattina spira un’aria freddissima disagevole per i corridori durante l’attesa.
Finalmente il via, lo spettacolo emozionante della partenza di moltissimi maratoneti e moltissime maratonete cui segue il transito della corsa tra due ali di spettatori che incitano tutti i runners. I cittadini di Nuova York sono tutti lì si calcola siano oltre due milioni di appassionati.

Ai bordi della strada numerosi i gruppi folkloristici e musicali di ogni etnia (afro-americani, cinesi, sudamericani, spagnoli, italiani etc.). Questa magia è presente per tutte le 26,2 miglia. (Che differenza con Milano dove gettano dai palazzoni uova e secchiate d’acqua e pomodori sui maratoneti per non dire degli automobilisti che scaricano le batterie a suon di clacson perché infastiditi n.d.r.). Questo tifo anzi agitazione festante induce ad uno sforzo ancora maggiore gli atleti che sentono una motivazione in più per ricambiare i loro familiari e tutti sostenitori di questa indimenticabile corsa.

Come dicevamo la fiumana dei maratoneti si snoda come un lunghissimo serpente lungo le bellissime avenue (Vie) e i 5 spettacolari bridges (Ponti). 
Qui in Italia abbiamo seguito la corsa dei nostri amici Alberto e Ilario tramite internet grazie al sito “Universal sports” NBC TV americano. La Rai ha trasmesso una sintesi delle medesime immagini in differita di circa 2 ore (Partecipanti italiani 3.514) no comment.

Hanno concluso la maratona Majors di New York 37.899 atleti.

Teniamo presente che i partecipanti sono stati:

Uomini 25.354

Donne 13.002

Totale 38.356

I corridori arrivati:

Uomini 25.072

Donne 12.827

Totale 37.899

Temperatura 47° F – 41% umidità – Vento NE 8 mph (il vento si è calmato poco prima della partenza).
I tempi finali di Alberto 2:54’07” e di Ilario 2:57’24”, sono tempi rispettabili per chi corre la sua prima maratona ed un percorso con numerose salite (in gergo ciclistico mangia e bevi).

Un po’di numeri riferiti ai bravi podisti di casa nostra:

ALBERTO CESTRONE

ORDINE ARRIVO  CLAS MASCHILE  ITALIANI  M 34   ETÀ 30-39 NOME 
573  532 72   5° 235   4/98

 

 ILARIO SALVATERRA

ORDINE ARRIVO  CLAS MASCHILE  ITALIANI  M 34  ETÀ 30-39 NOME 
 751  694 89   8°  292  1/1

La gara corsa in condizioni climatiche diverse da quelle incontrate negli ultimi allenamenti, a causa del repentino abbassamento delle temperature, ha provocato un consumo esagerato di energie prima del 30° kilometro.
A quel punto la corsa entra in una fase in cui l’atleta può trovarsi bloccato per aver terminato tutto il glicogeno a disposizione con il conseguente superiore bisogno di ossigeno.
La fatica sostenuta per arrivare al traguardo è stata intensa e si è fatta sentire nelle ore successive, ma è tanta la gratificazione per il successo conseguito (chi sa di corsa comprende esattamente il termine “sotto le tre ore”) che ripaga entrambi i giovani atleti Ilario Salvaterra ed Alberto Cestrone dei tanti sacrifici e mesi di impegnativa preparazione.
Il risultato è importante per la verifica della bontà del lavoro svolto precedentemente con gli allenamenti. E’superficiale porre attenzione soltanto sul tempo finale, senza considerare che la maratona mette l’atleta di fronte a numerosi imprevisti prima, durante e dopo.

Alcuni importanti la settimana precedente e altri durante la corsa stessa. Non è trascurabile la ricerca interiore del corpo e della mente, l’ascolto dei messaggi che il corpo invia alla mente per capire se la “macchina” non superi certe soglie con produzione di acido lattico nei muscoli che determinano una riduzione della velocità di corsa.
Alberto ed Ilario ricorderanno il momento in cui hanno visto il tappeto rosso dell’arrivo e sentito gli americani che urlavano: “Under three hours” (meno di tre ore, inteso per chiudere la maratona).

Congratulazioni a Voi per le belle emozioni che ci avete regalato.
L’Ass.re Thomas Buzzacchetti, che spesso si può incontrare al parco a correre, si è congratulato con Alberto ed Ilario subito dopo l’arrivo in Central Park.

I due atleti dopo aver ricevuto la medaglia ricordo hanno avuto solo parole per ringraziare chi ha reso possibile la partecipazione alla gara e tutte le persone che li hanno incitati ed incoraggiati durante gli allenamenti, serali estivi/autunnali, nel nostro Central Park (Parco Ari) o in pista.

Un grazie a tutti i sostenitori all’On.le Prof. Pietro Marcazzan, all’Ass.re Thomas Buzzacchetti e a tutte le ditte intervenute per realizzare l’evento.
Il Prof. Pietro Marcazzan auspica un aumento del numero di persone che trovano il tempo per la corsa/camminata quotidiana.

In futuro si potrebbe avere un maggior numero di atleti goitesi a competere e perché no riuscire a migliorare i tempi realizzati da Alberto Cestrone e Ilario Salvaterra ai quali espresso il suo apprezzamento per essere riusciti in un’impresa non facile (prima maratona per entrambi n.d.r.) di riuscire a correre una maratona “under Three hours”. 

CAMMINATA ORGANIZZATA DALL’ASSOCIAZIONE “GOITO ON LINE” – Grande successo per la camminata lungo le sponde del fiume Mincio

Domenica 25 maggio è stata svolta con grande successo, “La Camminata”, manifestazione organizzata dall’associazione “Goto on line” nel quale numerosi passeggiatori, sono stati accompagnati dai soci di questa associazione, lungo itinerari naturalistici di rara bellezza, partendo dal Lungomincio degli Arimanni in zona Pedagno, percorrendo i sentieri immersi nel verde lungo le sponde del fiume Mincio, dove è possibile istaurare un contatto diretto con la natura e con la fauna del nostro territorio che risiede numerosa lungo il corso del fiume; come non citare alcuni uccelli facilmente visibili, tra i quali le anatre, i cigni gli aironi e molte altre specie che popolano il nostro fiume.
Passeggiando tra i vari itinerari è possibile ammirare molti elementi di prestigio storico-architettonico quali; Villa Giraffa, il mulino, Villa Parco, i lavatoi, corte Isolo, fino ad arrivare a Torre per poi ripercorrere a ritroso il percorso ritornando quindi al punto di partenza.

I partecipanti alla camminata.

A seguire si è tenuto un pranzo conviviale molto amichevole presso il pub Old Edinburgh. 

All’iniziativa hanno partecipato alcuni soci della banca del tempo di Mantova, ma soprattutto una notevole adesione è avvenuta da parte di molti bambini accompagnati dai propri genitori, grazie alla proficua collaborazione con la scuola elementare di Goito.
Dopo l’ottimo risultato di questa prima edizione della “Camminata”, l’associazione culturale “Goito on line”, prevede una seconda edizione nel mese di Settembre, proponendo inoltre, per chi volesse, visite guidate a tema, alla scoperta delle bellezze artistiche, culturali e paesaggistiche del territorio di Goito. Previo accordo, sarà possibile essere accompagnati per visite, passeggiate, escursioni anche in bicicletta, con possibilità di ristoro.

Sebastiano Guerreschi 

GOITESI A VICENZA IN OCCASIONE DEL 500° DELLA NASCITA DI ANDREA PALLADIO 

Nel nome di Andrea Palladio, di cui ricorre quest’anno il cinquecentesimo anniversario della nascita, l’Associazione culturale Goito On Line, ha voluto omaggiare l’architetto più importante della repubblica di Venezia, con una visita guidata a Vicenza; città “Palladiana” per eccellenza, dove si sono recati, domenica 28 settembre una quarantina di goitesi, accompagnati dal presidente dell’associazione Davide Moratello e dai soci Enzo Cartapati, Remo Villagrossi e Marco Dallabella, il quale hanno guidato la comitiva, coadiuvati dalle apprezzate e competenti spiegazioni della guida turistica Dolores Crosara, che in mattinata ha condotto la visita all’esterno della Villa Capra detta La Rotonda pensata come luogo di intrattenimento, su modello romano, non come centro produttivo come altre ville palladiane. Villa Capra La cupola centrale (11 metri di luce), che nel progetto di Palladio doveva essere emisferica, fu realizzata postuma su modello differente, rievocando le linee di quella del Pantheon romano.

Successivamente la comitiva goitese si è recata nei giardini e negli interni della vicina Villa Valmarana ai Nani, comprendenti i pregevoli affreschi di Giambattista e Giandomenico Tiepolo ed il ritratto più famoso di Palladio esposto nelle sue sale.
Fuori programma una visita alla Basilica di Monte Berico ed alla Sagrestia dove è custodito il noto quadro “La cena di San Gregorio Magno” di Paolo Veronese.

Dopo il lauto pranzo il pomeriggio è stato dedicato ad una passeggiata assai istruttiva fra i palazzi e le contràde del centro cittadino: la famosa Basilica Palladiana, simbolo della città veneta, che segna la piazza principale di Vicenza, la torre Bissara, la Loggia del Capitanio, i palazzi medioevali e rinascimentali, il Palazzo Chiericati, sede della Pinacoteca Civica. il Duomo e la Chiesa di Santa Corona, la Casa Pigafetta, il ponte San Michele sul fiume Retrone e, vicino al Teatro Olimpico, quest’ultimo, primo esempio di teatro stabile coperto realizzato nel mondo Occidentale e ancor oggi capolavoro ineguagliato.

Un bella giornata, ricca di momenti culturali e di buona compagnia, che ha trovato la piena soddisfazione dei partecipanti e degli organizzatori.

Sebastiano Guerreschi 

CINEMA, ARTE, CULTURA IN “SALA VERDE”

La locandina de film.

Giovedì 24 aprile alle ore 21 presso il cinema Sala verde di Goito, l’associazione “Goito on line” in collaborazione con la direzione del teatro comunale, impersonata da Agostino Cenzato, ha dato vita ad una serata di notevole importanza artistica, culturale e cinematografica, con la proiezione del film “Il vento fa il suo giro” di Giorgio Diritti, candidato a 5 David di Donatello per il miglior film, miglior regista esordiente, miglior sceneggiatura, miglior produttore e miglior montaggio.
Proiezione quest’ultima preceduta dalla visione del cortometraggio riguardante il territorio Goitese trasmesso lo scorso 23 gennaio dalla rubrica di Geo & Geo di Rai 3.
La serata è iniziata con una magistrale introduzione fatta da Enzo Cartapati, che ha voluto ribadire al numeroso pubblico presente quale sia l’importanza data al territorio sia da parte dell’autore del film sia da parte dell’associazione culturale Goitese del presidente Davide Moratello, che ha voluto con i suoi collaboratori, associare queste due riprese che hanno molti aspetti comuni tra loro, uno di questi è la lingua di Sordello ancora in uso nelle terre occitaniche di Chersogno, paesino delle montagne piemontesi nel quale è ambientato il film.
Sordello da Goito, a cui l’associazione “Goito on line” ha intitolato il suo sito www.sordello.it, ad un poeta, che della lingua provenzale è stato nel tredicesimo secolo uno dei massimi esponenti portando la poesia trobadorica al massimo del suo splendore.
Altro aspetto rilevante della serata è stato il significato che il regista Giorgio Diritti ha saputo dare con la sua opera filmica orientata alla qualità, attraverso un nuovo modo di raccontare, con uno sguardo differente su un’Italia sconosciuta, trasformando la diversità in un valore prezioso, che dona speranza e fiducia; come ha ben illustrato il critico cinematografico Claudio Fraccari nella sua introduzione alla proiezione.
Le cose sono come il vento che fa il suo giro, prima o poi ritornano; sui pendii delle alpi come sulle tranquille sponde del fiume Mincio.
Un doveroso ringraziamento da parte dell’associazione “Goito online”, e da parte di tutti i presenti, va ad Agostino Cenzato, per il suo impegno e la sua passione profusa negli anni per lo storico teatro della Sala verde aperto nel 1991; promotore di eventi come quello appena descritto, che addirittura in occasione della serata del 24 aprile ha optato per l’entrata gratuita al teatro.

Sebastiano Guerreschi

 

GEO & GEO A GOITO

Il servizio della trasmissione Rai “Geo&Geo” su Goito.

 2007

ITINERARI GIOITESI – La presentazione del libro

La locandina dell’evento.

 2003

CELEBRAZIONE 155° ANNIVERSARIO – Goito, l’abbraccio dei Bersaglieri

Un’insperata mattina tiepida ha salutato la celebrazione del 155° anniversario della Battaglia dei Bersaglieri sul ponte della Gloria. Piazza Gramsci ha accolto, per primi, i reduci e, in seguito, lo schieramento delle fanfare di Iesi e Bedizzole, mentre, davanti al palazzo municipale il primo cittadino di Goito Pietro Marcazzan, assieme al vicesindaco Scardocci, all’assessore Cancellieri e a tutti i rappresentanti dell’amministrazione, ha ricevuto il sottosegratario alla difesa Salvatore Cicu, e le alte cariche dell’esercito, che annoveravano la presenza di ben quattro generali. Preceduti dal passaggio dei Bersaglieri per via XXVI Aprile, le autorità convenute hanno raggiunto il sagrato della Basilica. Qui, dopo l’alzabandiera e la deposizione della corona al monumento ai caduti, accompagnata dal ‘silenzio’eseguito dai militari, monsignor Ugo Maria Borlenghi e don Alberto Bonizzi hanno officiato la messa. La manifestazione è entrata nel vivo con l’ormai classico attraversamento di corsa del ponte a suon di fanfara e il raggiungimento di Villa Giraffa, dove era allestito il palco, dal quale, il sindaco Marcazzan prima e l’Onorevole Cicu in seguito hanno tenuto i propri discorsi. Il primo ha auspicato che la diplomazia si riappropri del proprio ruolo risolutore delle controversie internazionali e ribadendo ancora una volta l’assoluta necessità che la celebrazione della battaglia sul ponte della gloria, non divenga un rituale mummificato, ma una festa della memoria e della promozione di una pace universale. Il secondo ha confermato l’impegno del governo riguardo alla guerra in Iraq, un impegno definito deciso e rispettoso dell’appartenenza italiana al Patto Atlantico e ricordando al contempo il ruolo fondamentale svolto dai Bersaglieri nelle zone di guerra, per ripristinare la pace e i principi inalienabili della democarazia. Entrambi hanno poi ricordato il fatto d’armi celebrato sottolineando l’importanza che ricopre l’eroico gesto per tutta la nazione essendo, di fatto, la prima battaglia risorgimentale. Cicu si è inoltre rallegrato della presenza di numerosi sindaci che ha definito “gli uomini di frontiera della istituzioni”. E’poi intervenuto il portavoce dell’associazione nazionale che ha ricostruito esattamente la battaglia, sviscerando particolari e ricordando tutte le gesta dei bersaglieri. Le autorità hanno poi pranzato al ristorante Mocambo. Le sezioni dell’associazione, presenti con i labari, hanno passato un momento conviviale nell’area feste Aquilone.

Paolo Mazzacani
(Tratto dalla Gazzetta di Mantova di Domenica 6 Aprile 2003)

Sfilata dei Bersaglieri nel centro di Goito. (Foto Crema)

 ESTATE 2003 A GOITO

Beggar’s Farm in concerto tributo ai Jethro Tull

Il concerto inizia alle 22.00, dal buio escono i sei componenti dei BEGGAR’S FARM ed è subito “SWEET DREA” famoso pezzo inserito nel doppio dal vivo “BURSTIN OUT” del 1978.

Luca Grosso batterista dei Beggar’s Farm.

Alla batteria siede il bravo LUCA GROSSO che ha il compito (ingrato) di apripista per il grande ospite della serata. Dopo quattro pezzi infatti arriva sul palco una delle figure leggendarie della musica ROCK degli anni ’60 e ’70: CLIVE BUNKER impone subito un ritmo eccezionale al gruppo piemontese che è veramente degno del titolo di miglior band europea di tributo ai JETHRO TULL. Questo ensemble fin dal 1996 si dedica a questa musica con notevole riscontro.
I pezzi sono presi soprattutto dai primi LP dei JETHRO quando bunker ne faceva parte ma ci sono anche alcuni brani successivi.
Via via scorrono “NOTHING IS EASY”, “A NEW DAY YESTERDAY”, “CROSS-EYED MARY”, “MOTHER GOOSE”, “MINSTREL IN THE GALLERY”, “WIN UP”, l’inedita “ONE WHITE DUCK AGAIN”, “THICK AS A B RICK, la sempre splendida “WON’D RING ALOUD, una trascinante versione di “A SONG FOR JEFFREY”, “BOURE’E” prima di arrivare al gran finale con il gruppo di FRANCO TAULINO e con MASSIMO FALETTI che si cimenta con “MY GOD”, “ACQUALUNG” e “LOCOMOTIVE BRATHE” dove il quasi sessantenne CLIVE dimostra di avere l’energia di un ragazzino con un assolo memorabile che ci ricorda e dimostra la passione per la musica di quest’uomo, lontano da pose da superstar.
Alla fine il pubblico è letteralmente in visibilio e porta giustamente in trionfo i protagonisti che ringraziano l’Assessore alla cultura GLAUCO SCARDOCCI ed il grande organizzatore mAntovano FRANCO BIGI per questa serata di ottima musica suonata in una grande cornice qual è la villa Giraffa.

LA FORMAZIONE DEI BEGGAR’S FARM:
FRANCO TAULINO VOCE, FLAUTO
MASSIMO FALETTI FLAUTO, CHITARRA ACUSTICA
LUCA GROSSO BATTERIA
ENZO GARLANDO TASTIERA
GIGI GRAZIANO CHITARRA
ANDREA GARAVELLI BASSO

25 Luglio – Concerto Jazz

Il concerto inizia alle 21,30 Piazza Gramsci abbastanza gremita quando il sax di GORDON BEADLE inizia a snocciolare le sue note insieme al gruppo di LEO BONI e BLU GADIO.
Il sassofonista di BOSTON, nato nel 1965 è divenuto nel giro di pochi anni la figura di riferimento degli strumentisti BLUES e RHYTHM’N BLUES di tutto il mondo grazie al suo stile personale e all’assoluta padronanza dello strumento. Ha suonato dal vivo ed in studio con artisti dal calibro di Johnny COPELAND, Clarence “Gatemouth” Brown, Herb Ellis, Ben E. King, Martha Reeves oltre ad aver militato in alcune band che hanno aperto i concerti di Rolling Stones B.B. King e Neville Brothers..
Ottimo il gruppo guidato dal chitarrista Leo “Goodies” Boni con Anacleto “Big Daddy” Orlandi al basso e Paolo Meneghini alla batteria che oltre ai pezzi di “Sax” GORDON BEADLE ha proposto brani tratti dal proprio CD “Crocicchio” che ha mostrato la vena blues e Gipsy Jazz del gruppo toscano con Leo che rende omaggio alla leggenda Django Reinhardt.   

2002

FESTA DEI BERSAGLIERI – CELEBRAZIONE 154° ANNIVERSARIO – Nuovo “assalto” al ponte della gloria

Dopo 154 anni il ponte sul Mincio è tornato ad essere teatro di una battaglia, con spari, urla e assalti all’arma bianca. Per fortuna un combattimento solo dimostrativo, finalizzato a riprodurre fedelmente quello che era accaduto in uno degli episodi più gloriosi del Risorgimento. Protagonisti della spettacolare rievocazione storica, in uniforme rigorosamente d’epoca, la compagnia ‘Tre leoni’di Sommo Lombardo e il gruppo ’23 marzo 1849’di Novara per l’esercito piemontese; il gruppo Kaiserjager di Rovereto per l’esercito austriaco. La giornata dedicata alla commemorazione del combattimento che segnò il battesimo del fuoco dei bersaglieri ha fatto registrare due novità: la messa al campo sul sagrato della chiesa e la sfilata per le vie del centro, imbandierate a festa, senza gli intoppi del mercato (i banchi sono stati spostati). Il lungo corteo è stato preceduto dalle fanfare dei bersaglieri in congedo di Asola e di Viadana. Dopo la posa di corone ai monumenti, al granatiere e al bersagliere, con alzabandiere, inni e momenti di raccoglimento, c’è stata la battaglia simulata sul ‘ponte della gloria’, conclusasi tra gli applausi del folto pubblico. Davanti a Villa Giraffa si sono poi tenuti i discorsi. Il sindaco Pietro Marcazzan ha rilevato che la battaglia di Goito, che ha segnato una svolta per l’unità d’Italia, ha rinvigorito il sistema di valori che ha reso grande il nostro Paese. Da qui l’esortazione a raccogliere il messaggio per la pace, il dialogo, la tolleranza e il rispetto reciproco. Dopo l’intervento del generale Rati, presidente provinciale dell’associazione bersaglieri, ha preso la parola il ministro. “I nomi di coloro che sono caduti per la patria -ha detto Giovanardi- possono sbiadirsi sui monumenti ma non nei cuori di chi ha beneficiato di questi sacrifici. La commemorazione ha anche lo scopo di tener vivo il ricordo e di manifestare gratitudine a cha ha donato la vita. Altri militari ogni giorno sono impegnati contro il terrorismo, per la sicurezza dei cittadini e la pace nelle aree del mondo più turbolente. Il ministro ha anche sottolineato che rappresenta una sfida il sistema di volontariato che -con l’esercito professionale e il servizio civile nazionale- subentrerà fra tre anni alla leva obbligatoria. “Una scommessa -ha concluso- che bisogna vincere per non disperdere il prezioso patrimonio lasciatoci da chi ci ha preceduto”.

Giorgio Guaita
(Tratto dalla Gazzetta di Mantova di Lunedì 8 Aprile 2002) 

La Parata dei Bersaglieri durante l’evento. 

FESTA DEGLI ALPINI – CELEBRAZIONE 40° ANNIVERSARIO – Mille alpini invadono Goito

Venti giorni fa la festa dei bersaglieri; ieri il raduno degli alpini; e a fine maggio cadrà la ricorrenza delle eroiche gesta compiute proprio qui dai granatieri. Il ruolo storico del grosso centro sul Mincio è peraltro rimarcato dalla presenza di diversi monumenti eretti a imperitura memoria, e dal decreto del presidente della Republica che ha concesso a Goito il titolo di città. Mille penne nere, giunte da varia provincie, hanno sfilato ieri per le via imbandierate del centro per celebrare il 40° anniversario di fondazione del gruppo locale e il 10° d’inaugurazione del monumento. Davanti a tutti in carrozella, Silvio Anselmi che coi suoi 91 anni è il decano degli alpini goitesi. Subito dopo, le fanfare di Gavardo e Salò, gli alfieri coi labari di oltre 50 gruppi, le autorità con in testa il sindaco Pietro Marcazzan e il consigliere regionale Enzo Lucchini, alcuni noti appartenenti al Corpo: l’ex vicesindaco di Mantova Spartaco Gamba, l’assesore di Goito Glauco Scardocci, il responsabile di zona Livio Fugatti. A portare corone ai piedi dei monumenti sono stati il sindaco.

Il Sindaco e gli ufficiali durante l’evento.

2001

LA SAGRA DEL PIT

La frazione Goitese di Torre ospita ogni anno, così come vuole una secolare tradizione, la Sagra del Pit.
A torre il primo giorno di quaresima è festa grande, contrariamente a quanto dovrebbe essere (infatti, inizia il periodo di digiuno che prepara alla pasqua) ma in questa frazione i giorni di quaresima sono da sempre stati 39.
Per l’occasione, la piccola frazione si riempie di gente, che giunge dal paese e dai comuni limitrofi per passare una giornata in compagnia, per ritrovare vecchi amici o per iniziare ad assaporare il primissimo sole dopo l’inverno.
I giochi che caratterizzano la manifestazione e appassionano i numerosi visitatori sono: la corsa con le carriole, l’abbuffata di bigoli, la rottura delle pignatte, l’albero della cuccagna ed infine la competizione dalla quale trae nome la sagra, la cosiddetta “giostra del pit”, in altre parole giostra del tacchino che nel dialetto locale è chiamato appunto “pit”.
Dire con precisione quando tutto sia iniziato è molto difficile, ma dalle testimonianze tramandate nel corso dei secoli pare lecito risalire almeno al 1716, cioè subito dopo il passaggio delle terre goitesi dai Gonzaga agli Austriaci.
A quell’epoca l’usanza voleva che i subordinati del signorotto locale versassero al padrone, di cui lavoravano i campi, un affitto e delle “onoranze in natura”, vale a dire uova, capponi ed altri prodotti delle fattorie.
Tra questi beni c’era anche il tacchino che il signore, con atto di “benevolenza” avrebbe messo in palio a beneficio di chi per il resto dell’anno lo foraggiava.
Il modo per assegnare il premio era appunto quello della giostra(probabile retaggio degli antichi tornei cavallereschi).
Alla giostra poteva gareggiare chiunque fosse in grado di procurarsi un cavallo o altro quadrupede, come per esempio muli o somari.
La prova consisteva nel decapitare con un bastone il povero animale, il quale era appeso vivo ad un ramo per le zampe.
A chi riusciva ad assestare il colpo decisivo, oltre ad aggiudicarsi la giostra e la benevolenza dei paesani, aspettava di diritto il tacchino come premio materiale, tacchino che per tradizione veniva poi cucinato e mangiato tra tutti i concorrenti.
E’solo in tempi recenti che si è deciso di modificare un’usanza considerata troppo barbara, come quella di colpire da vivo una povera bestia, quindi da qualche anno il tacchino che viene utilizzato per la giostra viene data la morte prima che i cavalieri lo colpiscono.
Anche quest’anno per il primo giorno di quaresima, che cade come di consueto di Mercoledì, con inizio alle ore 13 si manterrà fede alla tradizionale manifestazione organizzata dal comitato di Torre, coadiuvato dall’Associazione Pro Loco di Goito.
Segnaliamo in fine che quest’anno per problemi organizzativi non si ripeterà il gemellaggio con il paesino astigiano di Tonco, che ospita ogni anno lo stesso tipo di manifestazione.

Le giostre

La Corsa con le Carriole: consisteva in una gara nella quale i partecipanti si sfidavano in una corsa appassionante, muniti di carriola all’interno della quale venivano poste delle rane vive.
Si aggiudicava la corsa che riusciva a tagliare il traguardo con tutte le rane presenti all’interno della carriola.
Oggi la corsa ha subito una essenziale modifica, poiché non si corre più con le rane all’interno delle carriole, ma al posto delle rane si utilizzano le uova.
Il cambiamento si è reso necessario: in primo luogo, perché le rane non si trovano più così facilmente come nel passato e secondo, perché gli ambientalisti ritennero opportuno modificare l’antica tradizione.
Oggi le carriole vengono coperte nella parte superiore con un foglio di compensato sul quale vengono adagiate le uova.
I concorrenti devono essere abili nel percorrere il tragitto con le uova e si aggiudicherà la gara il concorrente che arriverà per primo al traguardo con tutte le uova intere.
La Rottura delle Pignatte: uno ad uno i concorrenti vengono bendati e muniti di un bastone con il quale dovranno cercare di rompere delle pignatte (tegami o vasi di terra cotta) che si trovano sospese in aria, appese ad un filo. All’interno delle pignatte vengono posti doni di tutte le sorti.
Al concorrente che riuscirà con l’aiuto del pubblico presente, attraverso le varie indicazioni, a rompere una delle pignatte, si aggiudicherà il regalo contenuto nella stessa.
L’Albero della cuccagna: la gara prevede che i concorrenti devono salire in cima ad un tronco d’albero con lo scopo di toccare uno dei doni che vengono posti alla sommità dell’albero. La difficoltà della prova consiste nel fatto che il tronco dell’albero viene cosparso da grasso od olio per rendere la salita più complicata.
Anche in questo caso i concorrenti si aggiudicano i doni che riescono a toccare una volta arrivati in cima.
L’abbuffata di bigoli: veniva e viene allestito un rimorchio con delle panche, un tavolo e tanti piatti di bigoli con le sardelle, quanti erano i concorrenti.
I partecipanti devono mangiare con le mani legate dietro alla schiena il piatto di bigoli e si aggiudica la giostra chi riuscirà a finire per primo il proprio piatto!!!

Marco Dallabella e Gianmaria Foroni

 

CELEBRAZIONE 153° ANNIVERSARIO – PIUME AL VENTO A GOITO

Anche quest’anno, come ogni anno, a Goito, l’8 Aprile verrà ricordato il 153° anniversario del combattimento risorgimentale del ponte sul Mincio.
Saranno presenti autorità civili e militari, le associazioni combattentistiche e d’Arma e naturalmente numerosi bersaglieri oltre che la fanfara militare e quelle in congedo di Viadana e Bedizzole.
L’episodio di Goito rappresentò il primo scontro della 1^ guerra d’indipendenza tra l’avanguardia del piccolo esercito piemontese e la retroguardia di quello austriaco che aveva alle sue spalle il poderoso impero asburgico non solo ma era agli ordini dell’abile Maresciallo Radetzky.
L’8 Aprile 1848 era una splendida giornata di sole; le avanzanti truppe di Carlo Alberto erano giunte in località Volto. Qui si fermarono ad ammirare la borgata di Goito distesa sulla riva destra del Mincio poi scesero dalla piccola altura per entrare tra le vie e portarsi al cospetto del ponte che venne trovato presieduto dagli austriaci.
Erano sul ponte per assaltarlo quando un forte boato costrinse i piemontesi a fermarsi. Il ponte era stato minato; saltato in aria, i parapetti precipitarono nelle sottostanti acque ma uno di essi rimase intatto, sospeso tra le rive del fiume e su questo, dopo un attimo di esitazione si lanciarono i bersaglieri del Griffini guadagnando, sotto il fuoco di fila del nemico, la riva opposta.
Fu un ammirevole atto di coraggio compiuto da una gioventù che si batteva alla ricerca della gloria, spronata dal desiderio di contribuire alla realizzazione degli ideali propri del risorgimento.
Il combattimento di Goito modesto in se stesso perché in sostanza impegnò poche truppe piemontesi e pochi battaglioni Tirolesi, fu però importante perché costituì il primo vero contatto con il forte esercito austriaco, rappresentò il battesimo del fuoco del Corpo dei Bersaglieri, l’inizio della loro lunga epopea costellata da numerosi atti di eroismo e da immensi sacrifici.
Quella dell’8 Aprile a Goito sarà una giornata di entusiasmo e di esaltazione con la quale i bersaglieri oltre a ricordare, con soddisfazione, un dovere compiuto, vogliono dare ai giovani il coraggio di ritrovare quei valori oggi dimenticati, relegati nell’oblio, ma che sono alla base di una sana, serena convivenza civile.

1848 L’eroica difesa del passaggio sul Mincio

La lapide deposta in prossimità del ponte ricorda il giorno 8 Aprile 1848, giorno in cui i bersaglieri sconfissero e dispersero i cacciatori tirolesi della brigata Wohlgemuth, ponendo sul ponte del Mincio la prima pietra miliare di quella via che attraverso la Ceranaia, Palestro, San Martino condusse gli italiani sul Campidoglio.
Nonostante le cinque giornate di Milano (18-22 Marzo) l’esercito austriaco, grazie al suo comandante supremo, il Maresciallo Radetzky, era riuscito a rinserrare le file ed aveva recuperato una forte volontà di resistenza e di opposizione all’esercito italiano.
Per questo la battaglia di Goito personifica la lotta contro un gigante che all’epoca era considerato la più agguerrita potenza militare europea.
Infatti nell’avanzata dell’esercito piemontese sul Mincio, i due battaglioni di bersaglieri ebbero un compito d’avanguardia. Il nemico, nella ritirata, alla quale era stato costretto da un movimento aggirante del primo corpo d’armata piemontese del generale Bava, aveva fatto saltare il ponte di Goito, ma un passaggio era ancora possibile attraverso le macerie del parapetto. Ebbene, i Bersaglieri si lanciarono arditamente per quel varco, riuscendo a guadagnare la sponda opposta.
La posizione chiave del ponte di Goito restò in saldo possesso agli italiani; gli austriaci si ritirarono in disordine e l’audace impresa rese possibile lo sviluppo delle operazioni attorno al Quadrilatero (territorio compreso fra le quattro fortezze di Peschiera, Verona, Mantova e Legnago), che culminarono, il 30 maggio, nella capitolazione di Peschiera, segnando la vittoria italiana (vittoria che fu resa possibile dalla resistenza che il giorno prima i volontari toscani avevano opposto all’esercito austriaco a Curtatone e Montanara).

Monumento al Bersagliere

Il monumento al Bersagliere fu inaugurato il 20 settembre 1926 dalla sezione bersaglieri di Mantova, presieduta dal colonnello Cesare Montani.
Il 12 settembre 1944, la statua di bronzo, opera dello scultore torinese Giorgio Ceraioli, fu trasportata nella cascina dell’agricoltore di Goito Giovanni Pini, appena in tempo per non essere distrutta dal bombardamento aereo del 24 ottobre 1944, che centrò il ponte sul Mincio.
Solo il piedistallo del monumento venne seriamente danneggiato. Lo stesso piedistallo che oggi sostiene il monumento all’ingresso del nuovo ponte è stato recentemente ripristinato dallo scultore mantovano Albano Seguri, mentre la ringhiera che cinge il monumento è stata realizzata da Ivano Buttarelli e Cesare Scardeoni di Goito.
La lapide commemorativa del battesimo del fuoco, fissata accanto al monumento, fu inaugurata dal municipio di Goito l’8 aprile 1898, nel primo cinquantenario del glorioso combattimento risorgimentale. Fu ridotta in frantumi dai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale. L’attuale lapide in marmo riproduce l’ideatore dei bersaglieri, generale Lamarmora, ed è opera dello scultore mantovano Giuseppe Menozzi.

Generale Rati
(Voce di Mantova – domenica 9 aprile 2001)

I Bersaglieri passano il Ponte della Gloria.

 

 25 APRILE 2001 – ANNIVERSARIO LIBERAZIONE

Nel ricordare tutti i caduti goitesi della Seconda Guerra Mondiale vogliamo qui proporre alcune righe che ci aiutino a ricordare come eravamo.

L’andamento disastroso della guerra, culminato con lo sbarco degli alleati in Sicilia, aveva provocato la caduta del fascismo ad opera di due congiure parallele: una ordita da una parte dei gerarchici fascisti, da Dino Grandi; e un’altra ordita dal re Vittorio Emanuele III.

Nella notte fra il 24 e il 25 luglio 1943 il Gran consiglio del fascismo, riunito in seduta, mise in minoranza Mussolini, che la sera del 25 venne arrestato per ordine del re. Contemporaneamente il re nominò capo del governo il generale Pietro Badoglio.
Il re e Badoglio aspiravano a liberarsi del fascismo e uscire dalla guerra a fianco della Germania, ma avevano due fortissimo timori: il timore del popolo, nel quale andavano crescendo i fermenti comunisti e repubblicani; il timore della Germania, largamente presente con le sue truppe in Italia.
Preso fra queste due paure, Badoglio cominciò a smantellare gli apparati della dittatura fascista, ma represse duramente, talora con morti e feriti, ogni manifestazione popolare antifascista; contemporaneamente intavolò trattative segrete con gli Alleati, che si conclusero con l’armistizio firmato a Cassibile (Siracusa) il 3 settembre 1943 e reso pubblico l’8. Alla notizia dell’armistizio i Tedeschi occuparono militarmente l’Italia centro-settentrionale. Il re, Badoglio, gli alti ufficiali fuggirono da Roma e si rifugiarono presso gli Anglo-americani nell’Italia meridionale.

L’esercito, abbandonato a se stesso senza ordini precisi, si sfasciò. Solo a Roma gruppi di militari e di civili tentarono una breve resistenza contro i tedeschi.
Mussolini, liberato dai tedeschi, diede vita nell’Italia settentrionale a un regime fascista in veste repubblicana: la Repubblica Sociale Italiana detta Repubblica di Salò (dal nome della località dove risiedé il governo).

Fu un governo fantoccio nelle mani dei tedeschi, che collaborò con questi alla repressione della lotta dei partigiani. Dal canto suo, il governo legale di Badoglio dichiarò guerra alla Germania (13 ottobre 1943). Ma la lotta contro i tedeschi e i fascisti fu condotta dai partigiani, sotto la guida di organismi sorti spontaneamente ad opera dei partiti antifascisti, che si erano ricostituiti dopo il 25 luglio 1943. Questi organismi furono i Comitati di liberazione nazionale (CLN).

Le forze partigiane alla fine della guerra, nel 1945, comprendevano 200.000 uomini ed ebbero un numero altissimo di caduti (valutati sui 50-70.000). Crearono per qualche tempo delle zone libere nell’Italia settentrionale, arrivarono a tenere impegnate fino a 8 divisioni tedesche e collaborarono attivamente con gli Anglo-americani nella liberazione di Firenze (agosto 1944) e poi nella liberazione delle città settentrionali (aprile 1945).
La guerra terminò in Italia il 25 aprile 1945.

Mussolini quel giorno è a Milano, in Arcivescovado, a colloquio con il cardinale Ildefonso Schuster e con alcuni delegati del Clnai, il Comitato di liberazione nazionale alta Italia che dal mattino alle 8, nel collegio dei Salesiani di via Copernico, ha assunto “tutti i poteri militari e civili”. Il Duce cerca una possibile apertura per risolvere con onore la situazione, e non riesce a trovare alcun accordo perché l’unica possibilità offertagli è quella della resa incondizionata.
Mentre ancora il colloquio è in corso lo informano che i tedeschi, a loro volta, stanno trattando con il Cln. Interrompe la discussione esclamando rabbiosamente: “Anche i tedeschi mi hanno tradito”, e lascia la sala.
Sono le 20. Da qualche ora la temperatura è risalita di molti gradi, sembra davvero sia arrivata la primavera e invece l’indomani ricomincerà a piovere.
A Napoli, a Roma, intanto, masticano chewing-gum e ballano sul ritmo del boogiewoogie. A Firenze, Bologna, Modena, Parma, Reggio, La Spezia, sono già arrivati gli alleati. I partigiani hanno liberato Genova e Torino.
Mussolini tornerà a Milano quattro giorni dopo, sul camion giallo di una ditta di trasporti, per essere appeso a testa in giù al traliccio della pensilina di un distributore, in piazzale Loreto. Insieme con Claretta Setacci, il 28 aprile lo hanno giustiziato con una raffica di mitra a Giulino di Mezzagra, “in nome del popolo italiano”.

Gianmaria Foroni 

 

PER CORTI E CASCINE: Goito nel tour tra gli assaggi e i paesaggi delle campagne lombarde

Sabato 12 e domenica 13 maggio 2001 ben 190 aziende agricole della Lombardia apriranno le loro porte per una visita guidata o una degustazione dei loro prodotti.
Anche Goito con cinque aziende collocate sul suo territorio partecipa a questa interessante manifestazione.

Le aziende partecipanti:

CORTE CA’ROMA

Del Dott. Michele Campagnari goitese d’adozione, situata al confine tra il territorio Goitese e quello del più vicino Comune di Volta Mantovana in Località Casa Roma Strada dei Colli Sud 5/c.
Nata nel 1991 con la produzione di vini d’annata si è allargata poi a vini IGT DOC Garda Colli mantovani e BARRICATI. Tra la varietà dei vini ne ricordiamo qualcuno: il FESTONI (che è stato il primo da lui prodotto), il MONTECUCCO, il MONTE DEI FRATI, il CATAFESTONI (dedicato all’amico defunto, Mario Cattafesta).
Il Dott.Michele partecipa a questa manifestazione dalla prima edizione che risale al 1998 e presenta la degustazione dei suoi vini, organizzando una cena nella sera del sabato con piatti come il tradizionale risotto con la salsiccia, i salumi, la mostarda alla vecchia maniera fatta con le cotogne, e altre specialità tipiche.
Se qualcuno fosse interessato a parteciparvi è pregato di contattare almeno qualche giorno prima il seguente numero di telefono e fax: 0376 604450 oppure mandare un email a: info@caroma.it.
Per la giornata di domenica il Dott. Campagnari con la gentilezza che lo distingue vi condurrà nella presentazione e degustazione dei suoi vini, senza dimenticare però l’allevamento zootecnico di vacche da latte, il frutteto di pesche e kiwi e l’Apicoltura con la vendita di miele.
Ricordiamo infine che, all’indirizzo sopraccitato, è prevista per il mese d’agosto l’inaugurazione del locale che dai progetti del titolare dell’azienda verrà adibito alla degustazione dei vini magari assaporando un buon piatto, con l’intento di riunire sotto questo tetto un gruppo di persone legate dalla passione della cultura di tutto ciò che fa enogastronomia, con la voglia di parlare, di raccontare esperienze, rivangare ricordi, il tutto condito dall’atmosfera delle vecchie osterie di un tempo. 

CORTE CAMPAGNA

Di Roberto Bertagna situata a Goito in Strada Segrada 70.
Azienda florovivaistica nata nel 1998 a conduzione familiare che tratta soprattutto con privati e aziende: territoriali, dei comuni e province limitrofi.
Il sig. Roberto lavora coltivando talee di piante da frutto e alberi ad alto fusto crescendoli il più naturalmente possibile; una volta raggiunta la giusta grandezza li vende in vasi ornamentali da esterno, adatti per la realizzazione in qualsiasi periodo dell’anno di giardini, fioriere e parchi.
Cespugli sempre verdi, nani, fioriti, a foglia caduca, perenni, tappezzanti, rosai e aromatiche per la creazione di aiuole, bordure, siepi.Sicuri della gentilezza e professionalità che caratterizza i titolari sarete accompagnati nella visita dell’azienda oppure potrete contattarli al seguente numero telefonico: 0376 607501. 

CORTE BARDELLETTA

Di Stefano e Erminio Grazioli situata a Goito in località S.Lorenzo Strada Bardelletta 103/A.
Azienda a conduzione familiare, nata circa 16 anni fa, va proseguendo un attività intrapresa da varie generazioni.Partecipa a questa manifestazione fin dal 1998.
Dal 1994 è specializzata nella coltivazione di funghi, in particolare della varietà Pleorotus (esportati per la maggioranza nelle nazioni del nord Europa); vengono coltivate inoltre mele, del tipo Royal Gala, nocciole e vari tipi di frutta e verdura.
Nel 1995, seguendo i dettami e le regole Europee, è stata trasformata in azienda Biologica e recentemente (Aprile 2000) è diventata sede operativa di ARCADIA, prima Cooperativa Biologica Mantovana che raggruppa dieci imprese dello stesso tipo.
I gentili signori Grazioli nelle giornate di Sabato 12 e Domenica 13 vi accompagneranno nella presentazione e visita della loro azienda offrendovi anche una piccola degustazione dei loro ottimi prodotti.
Per ulteriori informazioni potete contattarli al seguente numero di telefono:0376 504219. 

COOPERATIVA SETTEFRATI

Di Sordelli Carlo situata in località Sacca di Goito, Fondo Mussolina.
Nata grazie ad un pozzo geotermico della profondità di circa cinquemila metri scavato dall’AGIP nel 1975; il pozzo porta in superficie acqua calda a 60 gradi che per ora viene utilizzata solo per scopo produttivo: agricolo ed ittico.
L’azienda produce in serre e vende, piante verdi, fiorite e piante da orto.
Inoltre vengono allevati branzini d’acqua dolce (dalle nostre parti chiamati anche black bass oppure “boccaloni”), anguille e spigole del peso che va dai 300/500gr. fino agli 800/1000gr, destinati per una buona parte all’esportazione e vendita nei mercati del nord Europa.
Vengono allevati anche pescigatti americani, venduti soprattutto ai laghetti di pesca sportiva.
Nei progetti del Sig. Sordelli, in collaborazione con il Comune di Goito, vi è la costruzione sempre in zona Mussolina di un centro termale di piscine che sfrutti le proprietà terapeutiche dell’acqua, per la riabilitazione fisica. E un piccolo spaccio per la vendita dei loro prodotti.
La passione e l’attenzione che fa della Cooperativa Settefrati una delle più importanti aziende del nostro comune goitese vi accompagnerà sicuramente con delle esaurienti spiegazioni nella vostra visita.
Per avere altre informazioni potete visitare l’interessante e curato sito http://www.settefrati.com, oppure chiamare il numero:0376 686825.  

AGRITURISMO”IL SERENO”

Dal 1994 di Camurri Gianfranco, situato in Località Torre di Goito via Lorenzina Costa n°4.
L’azienda alleva pesci d’acqua dolce quali: pescegatti, trote, storioni e carpe, destinati alla vendita all’ingrosso e alla ristorazione.
Vengono inoltre allevati suini e ovini (questi non a Torre, ma nella frazione Vasto di Goito)con la vendita di salami genuini.
All’interno della struttura di Torre vi è anche un piccolo ristorante che proprio in questo periodo viene offerto in gestione a persone serie e volenterose, offrendo loro anche la possibilità di trasformare i prodotti degli allevamenti sopraccitati.
Vi è infine la possibilità di gestione di una pesca sportiva.
Chiunque fosse interessato può telefonare al seguente numero: 0376 604436 oppure allo 0339 8026380 chiedendo del Sig. Camurri Gianfranco.

Andrea Storti 

PIZZA IN PIAZZA 2001

LA MANIFESTAZIONE – Goito martedì 3 luglio 2001

Pizza in Piazza è diventato un appuntamento estivo ormai tradizionale per la comunità goitese, arrivata alla sua settima edizione grazie alla Pro loco Sordello, al Comune, all’associazione commercianti di Goito e col patrocinio delle organizzazioni di categoria dei commercianti (Unione del Commercio, Turismo e servizi-Mantova, Confesercenti-Mantova, A.P.E.-associazione provinciale esercenti Mantovani.).
La serata avrà inizio alle ore 18.30 con la degustazione delle favolose pizze preparate da ben 12 pizzerie Mantovane tra le quali quattro sono goitesi, (pizzeria MOCAMBO, pizzeria LA TORRE, MAURI PIZZA e OLD EDIMBURGH).

Nel corso della serata verrà eletta Miss Pizza 2001, verso le 22.30 si avranno le premiazioni dei vincitori della gara, che si svolgerà nella mattinata, tra tutte e dodici le pizzerie partecipanti, che sono: PARCK HOTEL di Casalmoro, IL SEGUGIO di Bagnolo S.Vito, SPIZZATI di Roverbella, ALL’ANGOLO di Castiglione delle Siviere, AL CAVALLINO di Guidizzolo, CALIFORNIA di Bozzolo, TAM TAM di Volta Mantovana, Pizza BOLOGNESI di Pegognaga.
La manifestazione nata ben sette anni fa dalla volontà di tener viva la Piazza facendo ”qualcosa di nuovo”, sta riscuotendo da parte dei goitesi, e non solo, un notevole successo di partecipazioni grazie soprattutto alla buona organizzazione della serata e alla voglia di stare in compagnia, basti pensare che nelle ultime edizioni sono state raggiunte e superate le tremila pizze, un ottimo risultato che premia la volontà e lo spirito di collaborazione tra le varie organizzazioni.

Andrea Storti

La locandina della Pizza in Piazza 2001.

  

LA CELEBRAZIONE DEL 4 NOVEMBRE

La cittadinanza goitese tributa doverosa riconoscenza e commossa gratitudine a tutti i suoi caduti, che hanno generosamente offerto la loro vita sull’altare della libertà ell’Italia, consegnando ai posteri una virile imperitura testimonianza di amor patrio.
La solenne ricorrenza del 4 novembre rende onore a tutti coloro che hanno creduto nella nostra Patria, immolandosi per il trionfo e per il radicamento dei più alti ideali dell’uomo.
A noi tutti trarre costante ispirazione dal loro silenzioso eroismo per costruire insieme una società sempre più incline a fare della persona e della sua dignità il fulcro dell’agire umano.
Solo così riusciremo a pacificare le nostre coscienze e a guardare al nostro futuro con serenità ed ottimismo, confortati dall’esempio e dalle speranze dei nostri caduti.

IL SINDACO
Prof. Pietro Marcazzan 

 

1959

TELESQUADRA IN PROVINCIA

29 SETTEMBRE 1959 GOITO _ L’entusiasmo per l’arrivo di Telesquadra tra la popolazione goitese e la simpatia con la quale tecnici, operatori, regista e presentatore sono stati accolti è stato veramente grande.

Il furgone e il camioncino della televisione sono giunti a Goito poco dopo mezzogiorno fermandosi davanti al Teatro comunale nella piazza dove si sarebbe svolto il programma ideato e realizzato dal maestro ROCCO SCARDOCCI, coadiuvato dal maestro GATTI e con l’assidua presenza del Sindaco VACCARI, presidente del comitato, del rag. POZZI, e dell’assessore VALLICELLA.

Alle ore 15 i tecnici del suono si sono messi al lavoro per installare la lunga antenna sulla piazza del Teatro e per organizzare all’interno l’installazione delle luci e delle telecamere. All’orario stabilito la sala si è affollata e alle 21 il presentatore ha così cominciato il tanto atteso evento:<>.
L’orchestra diretta dal maestro DINO GATTI con alla batteria MARTELLI e alla fisarmonica LEASI ha suonato “Dolce Vienna”, quindi il simpatico e gioviale presentatore dott. FINOTTI ha intervistato il sindaco su problemi di attualità del comune.

In seguito gli alunni della Scuola di Orientamento Musicale diretti dal maestro Gatti hanno cantato “Timida Serenata”, “Ma come balli bella bimba” e “Sul mare luccica”.

Quindi tre bambini, ANNA MARIA GORRERI, REMO TOSI, MARIO CANCELLIERI, si sono presentati davanti alla telecamera con spavalderia e sicurezza da far pensare ai più usati attori. Ha cominciato ANNA MARIA GORRERI con “Canzonetta d’amore” poi MARIO CANCELLIERI con “Nel blu” e REMO TOSI con “Il tuo bacio è come un rock”.
Tutti e tre hanno riscosso molti applausi.

È stata poi la volta del quindicenne fisarmonicista LEASI che ha suonato “Poldine” una Polka in cui ha dimostrato grande padronanza dello strumento.

L’attesa dei giovani era invece per DI che si è presentata in CHIARA GUIZZARDI calzoni, camicetta fantasia ed un rosso fazzoletto al collo. Si è esibita in “Passion flower” con il quartetto composto da LOREDANA CASALI, LUISA COMINOTTI, IVANA GATTI, e CHIARA LAMPINI. Da sola ha poi cantato per il pubblico in delirio “Pity, pity”. 
È stata poi la volta dei tamburellisti ADAMI, CASALI, MARTELLI e il dt CAMELLINI, della CARPANI Goito protagonisti di un interessante intervista.
Subito dopo il baritono VITTORIO GUASTALLA ha eseguito una romanza dal Don Carlos, applauditissimo dal pubblico presente in sala e da quello nella piazza e dei locali pubblici dove erano installati dei televisori.

Molto festeggiati anche il basso marmirolese GIACOMO BERTASI e il piccolo GIANNI BERTOLINI virtuoso della fisarmonica.
Si sono poi portati alla ribalta i giovani della SCHOLA CANTORUM della Basilica di Goito, circa trenta elementi che sotto la direzione del Curato DON SORAGNA ed il maestro GATTI all’harmonium, hanno eseguito l'”AVE MARIA” di Bonaventura Somma.

ROBERTO MINUTI ha poi cantato tre canzoni americane del genere Country accompagnandosi con la chitarra.
Lo spettacolo è stato chiuso dall’orchestra con il pubblico che ha tributato un giusto plauso a tutti.

Di rilievo la regia impeccabile e signorile del dott. NICOLOSI che con la sua simpatica figura e con il suo saper fare ha dato a tutti i partecipanti il giusto tono, all’operatore SILENZI e al capotecnico MASTINI, come pure a coloro che hanno contribuito alla riuscita della manifestazione.

TESTO ORIGINALE DI ANGIOLINO CASTAGNA
A cura di Marco Dallabella

 

 

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